lunedì 13 giugno 2011

La Musica

-Alla peggio non diventerai pianista di successo, ma certamente imparerai a suonare uno strumento che ti farà compagnia!-
Queste le parole di sua madre tutte le volte che tentava di spiegarle che a lei di suonare il pianoforte non importava proprio niente e che, anzi, era davvero stufa delle lezioni, del maestro di musica, barbuto e severo, e di tutte le ore che perdeva per i solfeggi e gli esercizi.
Sarà stata la sua figura esile, gli occhiali spessi e tondi e l’aria svagata di chi non sa mai bene dove si trovi a indurre la madre di Erica a iscriverla fin dall’età di sette anni alle lezioni di pianoforte del maestro Biagio Aigus, noto direttore d’orchestra.
-Sì, non avrai forse dita affusolate e lunghe come le pianiste vere, ma - anche il maestro Biagio è d’accordo con me - l’esercizio fa miracoli!- E le apriva in fretta lo sportello dell’auto per farla scendere e non arrivare tardi alla lezione.
Le lezioni invernali poteva anche sopportarle, ma erano quelle estive che proprio non le andavano giù: per due ore di lezione alla settimana doveva rimanere rinchiusa in casa a studiare tutti i pomeriggi! E detestava anche quei ragazzini che invece tornavano dal mare tutti sudati, abbronzati e festosi, ai quali le madri non avevano imposto neanche di esercitarsi con la diamonica nell’ora di musica a scuola.
-Su, Erica, impegnati! Quest’anno hai il concerto di fine corso e poi l’anno prossimo ti iscriviamo al conservatorio! Non vorrai mica fare come la zia Ada che si è praticamente bruciata la carriera al suo saggio di fine corso perché se l’è fatta addosso davanti a tutti? E adesso, che ha sessant’anni ed è sola come un cane, l’unico passatempo che ha sono le parole crociate!-, concludeva scuotendo la testa in segno di forte disapprovazione.
L’idea di esibirsi di fronte a duecento persone non la turbava più di tanto, era la prospettiva di otto anni di conservatorio che invece la atterrivano letteralmente. Ma le madri, si sa, oltre ad avere più esperienza di te, con i loro sproloqui ti regalano anche idee geniali per opportune vie di fuga. Così, durante tutta la giornata del fatidico concerto di fine corso, Erica si allenò per un memorabile e definitivo addio alle scene bevendo quasi quattro litri di acqua e riservando al suo pubblico una liberatoria evacuazione al suono di un intonato do-sol, do-sol, do-sol con la mano sinistra, mentre, con buona pace del maestro Biagio Aigus, noto direttore d’orchestra, la destra abbandonava una scala a toni alternati già in cerca di altri passatempi.

Racconto tratto dalla raccolta inedita Fughe d'autore

di Maria Luigia Longo


2 commenti:

tonia ha detto...

Più ti leggo e più vorrei essere la voce delle tue parole. Gli scrittori come te...rendono bello il mio lavoro!

Maria Luigia Longo ha detto...

Tonia...tonia! mi rendi felice!!La tua voce, come è già successo, impreziosisce le mie parole. Le rende vive e sensuali. E piene. Mi piacerebbe fare con te uno spettacolo itinerante o un audio libro. Se trovo un editore pronto a lanciarsi nell'avventura ti chiamo! promesso!!! E non sarebbe neanche male fare qualcosa insieme in radio, no?
un abbraccio grande
di gigia su La Musica alle 20.2