giovedì 11 luglio 2013

Brezza



Quando arriverai alla stazione
non fare nulla di superfluo
Non andare al chiosco
dai venditori di tabacco o frutta
Te ne starai fermo sotto la grande porta
immobile dentro la luce del giorno
lasciando sulle scarpe la polvere del mondo
nelle linee chiuse delle tue mani
Perché noi, da lontano
ti riconosceremo
sotto l’orologio che segnerà
l’ora perduta.

(Yòrgos Chronàs)

martedì 9 luglio 2013

Immagine amorosa




Idolo di tenue came, mi travagli.
Tramonta luce, l’ombra s’allunga
alle penose vigne, tuo caldo d’amore
s’accende sotto i capelli; e, intorno,
entro chiuso orizzonte, ha dolci echi
nei suoni delle cose: uccelli, fonti,
e case e siepi e grida di fanciulli amorosi.

Ti tiene il prato, s’incendia con la terra
il tuo viso, il tuo ansito è il vento, e, serena,
la fatica degli uomini.

Ed io sono precluso, intanto, dal celeste
giro di queste cose. Sento e non vivo.
Sopra dite dolce s’annida l’ombra
della sera... Ma mi ritrovo, poi, e forza
è nel mio viso


Pier Paolo Pasolini


Addosso al viso mi cadono le notti
e anche i giorni mi cadono sul viso.
Io li vedo come si accavallano
formando geografie disordinate:
il loro peso non è sempre uguale,
a volte cadono dall'alto e fanno buche,
altre volte si appoggiano soltanto
lasciando un ricordo un po’ in penombra.
Geometra perito io li misuro
li conto e li divido
in anni e stagioni, in mesi e settimane.
Ma veramente aspetto
in segretezza di distrarmi
nella confusione perdere i calcoli,
uscire di prigione
ricevere la grazia di una nuova faccia.

(Patrizia Cavalli)


lunedì 8 luglio 2013

Senza di te, tornavo



Senza di te tornavo, come ebbro,
non più capace d'esser solo, a sera
quando le stanche nuvole dileguano
nel buio incerto.
Mille volte son stato così solo
dacché son vivo, e mille uguali sere
m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
le campagne, le nuvole.
Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
della fatale sera. Ed ora, ebbro,
torno senza di te, e al mio fianco
c'è solo l'ombra.
E mi sarai lontano mille volte,
e poi, per sempre. Io non so frenare
quest'angoscia che monta dentro al seno;
essere solo.

(Pierpaolo Pasolini)



lunedì 1 luglio 2013

Esercizio su Madrigali della porta



Se ora tu bussassi alla mia porta
e piano mi portassi verso il letto
e io di colpo aprissi il mio sorriso
poi con la mano accarezzassi
la nuca il collo il petto
guardandomi nel viso, sono certa,
mi diresti: «Amor mio, senza di te
non son più io.»

E la storia sarebbe riaperta.

(Esercizio su Madrigali della porta da un'idea di  Giulio Mozzi)