lunedì 25 luglio 2016

(ora: pausa)




Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,
non avere radici, per l’anima,
da vivere soltanto di vedere!
Neanche a me appartenere!
Andare avanti, andare dietro
l’assenza di avere un fine,
e l’ansia di conseguirlo!
Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo.

(Pessoa)



Buona estate 
e buone letture!
ml

(buoni ascolti... https://www.youtube.com/watch?v=362JArvhAqg)






domenica 24 luglio 2016

I giorni nelle parole


Contare le parole (Transeuropa Edizioni) racchiude i versi appena successivi a Paesaggi di tempo (2010, Samuele Editore), ma  a guardare bene mi pare ci sia un abisso tra quel verseggiare leggero, esile e luminoso dei Paesaggi e questo più terreno, materico e carnale, anche. 
Mi pare che quel volo leggero sopra la realtà adesso la compenetri e sostanzi. E ne sia parte integrante. 
E così la voce, più matura e che riconosco al di là delle circostanze, del mestiere e dei riferimenti culturali.

Contare le parole è davvero fatto delle "parole che parlano il mio oggi".


I giorni nelle parole

I giorni nelle parole.
Passati come fossero vita
vera con sapore di lingua
nella bocca che credi d’abbraccio
dove comincio e finisco io.

Anche questa notte è passata
- i minuti nelle parole
che hanno forma
di cose abitate. 

(da Contare le parole, Transeuropa Edizioni, p. 28) 


Ci penso ogni notte, volubile ora



Ci penso ogni notte, volubile ora
di andare altrove: via domani dalle tue mani.

Ma sul far del giorno il primo passo fuori porta
mi ricorda del nostro amore, amore mio,
e non lascia che al passo segua altro passo.

Vedo ognuno innamorarsi d’ogni cosa e d’ogni volto
ma per chi mai se non te potremmo noi appassionarci?

Solo questo ti basti, te lo dico:
che mai nello specchio delle mie fantasie
l’effige d’altri volti fatti corpo
si tinse come te di bellezza.

Ricorda l’amore struggente di Vāmeq per ‘Azrā di Paros
si rinnova oggi in noi quell’antico racconto.

È tempo ormai che rose e giacinti ricolmino le valli
per giardini se ne vanno le genti cantando.

Nuove pene ogni mattino nel tempo dei giorni
non importa – mi dico – se il dolore si aggiunge al dolore.

Ma sarà per me poi solo questa la vita?
Va bene, sopporto quest’oggi, e anche domani.

(Sa‘di di Sciraz, XIII secolo d.C.)

giovedì 21 luglio 2016

"Contare le parole" in pubblico

Cari amici,
leggere davanti a un pubblico è sempre un evento: la parola si fa mentre è detta.

La serata di ieri è stata una bella miscela di emozioni, sorprese e di parole scambiate.
Grazie a tutti e alla prossima
ml

















mercoledì 13 luglio 2016

Sotto la curva del gelsomino, da Contare le parole



Sotto la curva del gelsomino
caviglie con lembi di vesti larghe
fanno da eco a un pensiero:

frugare nelle mie tasche piene solo
di vite altrui strette nelle mie mani
rende piccoli più piccoli più nani
se non si ha la voglia seria e la dignità
di mettere la propria vita in queste
mani.

Sotto la curva del gelsomino
io vado paga di quello che ho detto;
troppa fretta e voglia di dire
tutto e tutto è tornato a come eravamo:
tu caviglia e lembo e io di vita altrui brandello.

(Maria Luigia Longo, Contare le parole, Transeuropa Edizioni, 2016)



domenica 3 luglio 2016

Ecco "Contare le parole"



E io 


Cammino incontro alla sera
ascolto viottoli bui e voci migranti
rincorro figure sdrucite di infanti
e li scovo dentro, teneri esitanti. 

Tangeri è sonno, leggero
è riposo dopo la fuga.
Mi accoglie il risveglio presente
perché quando sono qui
io sono qui. 

Il buio non stringe
e di notte le voci
non hanno strascichi.
Tutto in fondo tace.
I sogni tornano
a spaesare parole
a cominciare mondi.

Di nuovo c’è
che il fuori è
ritrovato curioso incontro
come fosse
di nuovo
incanto.

(da Contare le parole, Transeuropa Edizioni, p. 37)

venerdì 1 luglio 2016

Ascolta, un viale avevo



Ascolta, un viale avevo
di sterminate rose
da guardare la sera,
cieli di viole
che l’edera rampava a grandi tele,
avevo corde amorose.
E guarda adesso
com’è tutto raccolto in un mirino,
che finalmente la mia strada ho perso
nel mondo delle cose
e mi sento salire rami nuovi
e il cielo ce l’ho steso sulle dita
e amo, e mi rinchiudo
tutta nella vita.

( Silvia Bre, da Edere )