domenica 26 luglio 2015

Come quando in una qualche stagione


Come quando in una qualche stagione
spicca l'istante che la farà nostra
- bagliore
che porta alla ricerca
di quell'orma precisa in cui tornare -
abbasserò gli sguardi,
sarò la confluenza e il suo valore
tra tutto il verde calcato dalle suole nei prati d'Italia
e la vetta del sole,
maestro elementare di durata,
sarò lentezza secolare del pensiero
a fronte dell'immagine in fuga.

(Silvia Bre, da La fine di quest'arte)

lunedì 20 luglio 2015

Reading in Carnia, al premio Carducci




Cari Amici,

sabato 25 Luglio alle ore 21 
avrò il pacere di leggere nella cornice del Premio Carducci ad Arta Terme, in Carnia.

Tre giorni di poesia con presentazioni di libri, reading (tra gli autori, con me, leggeranno Giovanni Fierro, Loretta Marsilli, Cristina Micelli, Alberto Princis, Francesco Tomada, Federico Rossignoli), discorsi sulla traduzione (a cura di Andrea Sirotti), letture dal Carducci e dalla Marpillero e un eccezionale fuori programma: la presenza, dopo un lungo periodo di silenzio, di ARNOLD DE VOS.
Se passate di lì, fermatevi ad ascoltare un po' di poesia!




giovedì 16 luglio 2015

Quello che si può fare


Quello che si può fare
è preservare i luoghi inaccessibili. Costoni
impervi striati di ghiaccio,
rive non accostabili, gole.
Tracce di vita animale che ci sfugge.
Proteggere il silenzio con parole
minime, rispettose, memorabili.

(Fabio Pusterla, Corpo stellare, Marcos y Marcos, 2010)


lunedì 13 luglio 2015

Se il nostro luogo è dove



Se il nostro luogo è dove
il silenzioso guardarsi delle cose
ha bisogno di noi
dire non è sapere, è l’altra via,
tutta fatale, d’essere.
Questa la geografia.
Si sta così nel mondo
pensosi avventurieri dell’umano,
si è la forma
che si forma ciecamente
nel suo dire di sé
per vocazione.

Silvia Bre (Bergamo, 1953), da La fine di quest’arte (Einaudi, 2015)

venerdì 3 luglio 2015

LA BOVARY C’EST MOI I


I

Deve essere stato l’abbaglio di un momento
un tac di calamita da una parola mia o sua.
E io che ci ricasco benché lo so come sono.
Ma ti amo – mi ha ripetuto e come faccio
a non riamarlo io che non chiedo altro.
Poi tutti a bocca aperta che uno come lui
con una come me che nemmeno col pensiero avrei osato.
Continuo a domandarmi come è possibile che.
Chissà cos’ha in mente chissà in me cosa vede.
Chissà cosa ama se pure ama.

Potrei supporre di non sapere come sono
e che anche lui si domandi come è possibile che.
Ma temo sia più vero quello che so di sapere
e lui se non oggi domani riaprirà gli occhi.
Forse ci sta già pensando a come cavarsene fuori
più avanti dei miei timori.
Non devo illudermi perché dopo sarà peggio.
Meglio dirglielo subito che se ha un sospetto è vero.
Che faccia conto sia stato come uno sbaglio al telefono.
Insomma niente – e che se vuole può andarsene.

(Giovanni Giudici, da Autobiologia)