Ho sempre dormito molto poco. Non più di cinque ore per notte. Fin da piccola ricordo che ho sempre sofferto di una forma un po’ strana di insonnia. A letto sono abituata a fare tutt'altro che dormire. Ultimamente, però, passo moltissimo tempo fra le lenzuola, a dormire. È da forse un mese che mi sento come schiacciata dal peso di una enorme stanchezza. Avverto un indolenzimento diffuso a tutto il corpo. È come se le membra non rispondessero prontamente ai comandi del cervello; il cervello... è proprio lui che è stanco. Mi accorgo che è molto lento nelle sue riflessioni ed azioni, mi sembra di avvertire perfino il cigolio dei suoi meccanismi, coperti da una spessa patina di ruggine. E le idee stentano ad esserci.
L'altro giorno mi sono sorpresa a letto alle 12.00. Non dormivo. Ero distesa e mi tenevo le mani giunte sulla pancia e guardavo fuori, attraverso la serranda abbassata. Non vedevo nulla e non avevo voglia di farlo. Ad un tratto è squillato il telefono, ma non mi andava di rispondere, non riuscivo a muovere le braccia. Mi sono rigirata nel letto e sono ritornata a quello stato di veglia sonnolenta. Passo molte ore così, a far nulla. Anche stamattina sono a letto.
Ho in mente un motivetto lento, strisciato, blues. E a questo ritmo muovo le palpebre o, meglio, le palpebre si muovo da sole al ritmo lento della mia anima.
Le palpebre... si muovono al ritmo... len-to.. della mia a-ni-ma...
(Maria Luigia Longo, da La voce di un'adolescente, Inedito, Prose/Cantiere)
Ho in mente un motivetto lento, strisciato, blues. E a questo ritmo muovo le palpebre o, meglio, le palpebre si muovo da sole al ritmo lento della mia anima.
Le palpebre... si muovono al ritmo... len-to.. della mia a-ni-ma...
[to be continued...]