Com’è dura avere
un’anima da salvare:
portare avanti come
approdo una parte
lieve in cui ammarare.
(Maria Luigia Longo, Salvarsi, Istanti all'infinito, 24 settembre 2017)
Fugge l'isolaE la fanciulla torna a scalare il ventoe a scoprire la morte dell'uccello profetaAdessoè il fuoco sottomessoAdessoè la carnela fogliala pietraperduti nella fonte del tormentocome il navigante nell'orrore della civiltàche purifica la caduta della notteAdessola fanciulla trova la maschera dell'infinitoe abbatte il muro della poesia.(Alejandra Pizarnik, da La figlia dell'insonnia, Crocetti Editore, 2015)
Ognuno vuole avere il suo dolore
e dargli un corpo, una sembianza, un letto,
e maledirlo nel buio delle notti,
portarlo su di sé tenacemente
perché si veda come una bandiera,
come la spada che regala forze.
Ma c’è persa nell’aria della vita
un’altra fede, un dovere diverso
che non sopporta d’esser nominato
e tocca solamente a chi lo prova.
È questo. È rimanere
qui a sentire come adesso
l’onda che sale nelle nostre menti,
le stringe insieme in un respiro solo
come fosse per sempre,
e le abbandona.
Ma nemmeno la pupilla d’un cieco
dimentica l’azzurro che non vede.(Silvia Bre, da La figura)