martedì 25 marzo 2014

Se tu mi dimentichi



Voglio che tu sappia
una cosa.
Tu sai com'è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l'impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m'attendono.

Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticata.

Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi alla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell'ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.

Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.

(Pablo Neruda)

Sempre vieni dal mare


Sempre vieni dal mare
e ne hai la voce roca,
sempre hai occhi segreti
d'acqua viva tra i rovi,
e fronte bassa, Come
cielo basso di nubi.
Ogni volta rivivi
come una cosa antica
e selvaggia, che il cuore
già sapeva e si serra.

Ogni volta è uno strappo,
ogni volta è la morte.
Noi sempre combattemmo.
Chi si risolve all'urto
ha gustato la morte
e la porta nel sangue.
Come buoni nemici
che non s'odiano più
noi abbiamo una stessa
voce, una stessa pena
e viviamo affrontati
sotto povero cielo.
Tra noi non insidie,
non inutili cose -
combatteremo sempre.

Combatteremo ancora,
combatteremo sempre,
perché cerchiamo il sonno
della morte affiancati,
e abbiamo voce roca
fronte bassa e selvaggia
e un identico cielo.
Fummo fatti per questo.
Se tu od io cede all'urto,
segue una notte lunga
che non è pace o tregua
e non è morte vera.
Tu non sei più. Le braccia
si dibattono invano.

Fin che ci trema il cuore.
Hanno detto un tuo nome.
Ricomincia la morte.
Cosa ignota e selvaggia
sei rinata dal mare.

(Cesare Pavese)

venerdì 21 marzo 2014

21 marzo. Giornata mondiale della poesia.


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Ovunque il mondo è amabile allo sguardo,
ma meglio di tutti è il mondo dei poeti.
Luci risplendono di giorno, di notte,
su campi colorati, o chiari, o grigioargento.
Oggi per me tutto splende. Se solo durasse!
Oggi guardo attraverso lenti d’amore.

(Johann Wolfgang Goethe)

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Fu questo un poeta – colui che distilla
un senso sorprendente da ordinari
significati, essenze così immense
da specie familiari
morte alla nostra porta
che stupore ci assale
perché non fummo noi
a fermarle per primi.
Rivelatore d’immagini,
è lui, il poeta,
a condannarci per contrasto
ad una illimitata povertà.
Della sua parte ignaro,
tanto che il furto non lo turberebbe,
è per se stesso un tesoro
inviolabile al tempo.


(Emily Dickinson)

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La musica prima di tutto
e dunque scegli il metro dispari
più vago e più lieve,
niente in lui di maestoso e greve.
Occorre inoltre che tu scelga
le parole con qualche imprecisione:
nulla di più amato del canto ambiguo
dove all'esatto si unisce l'incerto.
Son gli occhi belli dietro alle velette,
l'immenso dì che vibra a mezzogiorno,
e per un cielo d'autunno intepidito
l'azzurro opaco delle chiare stelle!
Perché ancora bramiamo sfumature,
sfumatura soltanto, non colore!
Oh! lo sfumato soltanto accompagna
il sogno al sogno e il corno al flauto!
Fuggi più che puoi il Frizzo assassino,
il crudele Motteggio e il Riso impuro
che fanno lacrimare l'occhio dell'Azzurro,
e tutto quest'aglio di bassa cucina!
Prendi l'eloquenza e torcigli il collo!
Bene farai, se con ogni energia
farai la Rima un poco più assennata.
A non controllarla, fin dove potrà andare?
O chi dirà i difetti della Rima?
che bambino stonato, o negro folle
ci ha fuso questo gioiello da un soldo
che suona vuoto e falso sotto la lima?
E musica, ancora, e per sempre!
Sia in tuo verso qualcosa che svola,
si senta che fugge da un'anima in viaggio
verso altri cieli e verso altri amori.
Sia il tuo verso la buona avventura
spanta al vento frizzante del mattino
che fa fiorire la menta ed il timo...
Il resto è soltanto letteratura.

(Paul Verlaine)

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All’inizio,
scrivevo silenzi,
annotavo l’inesprimibile,
fissavo vertigini.
Mi vantavo di possedere tutti i paesaggi possibili.
Inventai il colore delle vocali.
Regolai la forma e il movimento
di ogni consonante e,
con ritmi istintivi,
m’illusi d’inventare un verbo poetico
accessibile a tutti i sensi.
Mi abituai all’allucinazione
e finii col trovare sacro
il disordine del mio spirito.
Dicevo addio al mondo
in sorta di romance.
Amai il deserto
e se ho una preferenza
è solo per le pietre e per la terra.
Nessun sofisma della follia
è stato da me dimenticato:
potrei ridirli tutti, ho il sistema.
Infine,
ero maturo per la morte,
la mia debolezza mi guidava
ai confini del mondo.
L’ora della fuga,
sarà l’ora della morte.
Questo è accaduto.

(Arthur Rimbaud)

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Poeta, dicono d'uomo innamorato,
poeta, dicono, a chi piange la sera
e la mattina s'alza disperato.
Ma anche al rallegrarsi si dice poeta,
a chi sa ben parlare, bere e mangiare,
e a quello che canta le donne, e ancora poeta
dicono la gioventù che sa meravigliarsi.
Ma quelli che fanno morire con la poesia
legata dentro, chiusa a chiave, e fanno annegare
nel gran libro della vita... Avemaria!
Non sono poeti, non sono uomini da onorare.
Li chiamano massa e ciao, e così sia.

(Franco Loi)

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Per nessuna ragione,
sapendo quello che succede,
mi vorrei risvegliare in questo mondo.
Ma già pensando (pensando
di pensarlo) so anche
che non è vero, che per quanto
ignominioso sia il presente io mai
rinuncerei, potendo scegliere,
a starci, magari di sghembo
e rattrappito d'amarezza, dentro.
Forse, mi dico allora,
non è per me che parlo, è qualcun altro,
nato da poco o nascituro,
ad agitarsi nel mio sonno, a premere
da chissà dove sul mio cuore,
a impastare parole col mio fiato...

(Giovanni Raboni)

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Cos’è la poesia
la linea (lunga che, larga che) lista
(unifica, univerte, ulcera, ustiona),
con campi e cerchi, critico e cronista:
informa e incide e imprime, idolo e icona):
Arti e artefatti articola in artista
nessi di nodi di nuda non persona,
occhi ottativi in ottimo ottimista: avventi e apofobie, se avverbia, aziona:
normale normativa nutre nomi, 
concilia congiuntivi e congiunzioni, 
esprime esclamativi, elude encomi: 
succhia i supini, è soma in semi ne in stomi: 
chiavi e chiodi conchiude in cavi coni, 
indica indicativi in ipoidiomi:

(Edoardo Sanguineti)

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Ad alcuni -
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.

Piace -
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.La poesia -
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.

(Wislawa Szymborska)


martedì 18 marzo 2014

Lavori in corso...


E per un lavoro che finisce... altri ne inizieranno!
Vi confesso che fare letture pubbliche corali è una cosa che mi diverte tanto per due motivi: il primo sicuramente è quello di leggere ad un pubblico esperto di "colleghi". Mi piace ascoltare le parole di chi scrive con una certa ambizione e mi piace essere ascoltata e letta da orecchie consapevoli. 
Il secondo motivo è certamente quello di rincontrare amici o conoscere persone con cui condividere esperienze e ipotizzare progetti comuni.
Così è stato nell'ultimo reading che si è tenuto un paio di mesi fa a Roma e organizzato dalla casa editrice indipendente Giulio Perrone Editore. 
Ho conosciuto, tra gli altri, due artisti interessanti con storie personali e percorsi artistici differenti: Eloisa Battista e Antonio Oleari. L'una fotografa ( e molto altro) e l'altro poeta (e molto altro).
Insieme abbiamo deciso di ipotizzare e avviare una collaborazione attorno al tema dell'altrove, dei luoghi immaginari e che spesso sono l'inizio e la fine dei nostri viaggi artistici. Quei luoghi che ci servono per perdere quel peso quotidiano che ci lega alla vita, ma che dobbiamo abbandonare per astrarci al livello del cielo.
Il lavoro procede e presto vi comunicheremo le date degli eventi che ci vedranno protagonisti, uniti e migliorati.

Vi invito, nell'attesa, a visitare i loro siti:
Eloisa Battista
Antonio Oleari

E, a tutti, buoni viaggi nei luoghi altri!

m.l.

domenica 16 marzo 2014

Novità


Cari amici,
vi informo che il silenzio di quest'ultimo anno è dovuto, come alcuni di voi sanno, ad un impegno ben preciso:  ho lavorato al mio primo romanzo. 
E' stata un'esperienza faticosa e a tratti dura: ho dovuto cambiare modo di accostarmi alla parola e acquistare una nuova consapevolezza. La parola si è fatta teatro ed è stata abitata da personaggi e, soprattutto, dalle relazioni che si sono create fra di loro, creando così un vero e proprio mondo.
Ora il romanzo c'è, è finito e presto tenterà fortuna per le strade che il mondo gli offrirà. 
L'ultima parola è stata seguita da un sentimento di soddisfazione, da un'emozione grande, da una liberazione (il parto è ultimato!), ma anche da una sorta di tristezza che accompagnerà la separazione da alcuni personaggi. Auguro loro di star bene!

Spero presto di comunicarvi che il romanzo avrà trovato un editore capace di valorizzarlo e farlo entrare nelle librerie accanto ad altri mondi scritti.

A presto e buone letture a tutti!
m.l.


sabato 15 marzo 2014

Età dell'oro


dico di quando, per la troppa gioia
d’essere amati, cadiamo
sulla terra oh!, viva carne
che perderai la voce
nel pianto, dico di quando
ispirati, noi costruiamo con martello e chiodi lo scenario
e il fossile di un angelo stacca
le ali dalla calce
dei muri, a fondoscena. dico di quando
io abbracciavo in te tutta la vita: la tua
e la mia, che brillavano unite da una gioia preistorica
nella notte, che accadeva da ovest
sulla campagna. dico di quando
tu ritornavi vergine per me
in una trasparente emorragia di luce – oh!, cosa
straordinaria
di natura ordinaria – oh!, vita
tutta intatta, tutta
disordinata, prima che l’amore
pulisca
tutto, all’indietro
tutto, la vita intera.

(Maria Grazia  Calandronehttp://www.mariagraziacalandrone.it/


mercoledì 12 marzo 2014

Forse si muore oggi - senza morire



Forse si muore oggi - senza morire.
Si spegne il fuoco al centro.
Sanguinano le bandiere. Generale è la resa.
Ciò che nasce ora crescerà in prigionia.
Reggete ancora porte invisibili dell'alleanza
bastioni di sereno. Puntellate il bene
che si sfalda in briciole in cartoni.
Il popolo è disperso. In seno ad ognuno cresce
il debole recinto della paura - la bestia spaventosa.
A chi chiedere aiuto? E' desolato deserto il panorama.
Si faccia avanti chi sa fare il pane.
Si faccia avanti chi sa crescere il grano.
Cominciamo da qui.


(Mariangela Gualtieri, da "Bestia di gioia", Einaudi 2010)


domenica 9 marzo 2014

Amai


Amai trite parole che non uno
osava. M'incantò la rima fiore
amore,
la più antica, difficile del mondo

Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l'abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.

(Umberto Saba, da Mediterranee)


sabato 8 marzo 2014

C'è nel riso dell'uomo



C'è nel riso dell'uomo
la meraviglia
sotto la pelle dei pezzi di pane
da mangiare subito
si vedono le corde vive nei bracci
poi verrà la pioggia
a lavare le schiene
infilare la tosse nei petti

(Mariangela Gualtieri, da Antenata)


domenica 2 marzo 2014

Voglio scrivere una poesia




Voglio scrivere una poesia
sulla realtà
quella che nessuno ha mai vissuto
poiché ciascuno
nella sua realtà si è trovato imprigionato
… per secoli tendendo le mani all’esterno.
La realtà che forse conoscono i morti
là nei profondi baratri dell’esistenza
dove nessuna favola carnale
può persuadere
e bacche incolori cadono su labbra insensibili.

(Katarina Anghelaki Rooke)