sabato 30 dicembre 2017

Felice 2018!!


Cari amici,
quest'anno voglio concludere augurando una poesia a tutte le donne forti:

CONSIGLI PER LA DONNA FORTE
di GIOCONDA BELLI - Nicaragua 1984 poesie

Se sei una Donna Forte proteggiti dai parassiti che vorrebbero mangiare il tuo cuore. Essi usano tutti i travestimenti dei carnevali della Terra:
si vestono come colpe, come opportunità, come prezzi che bisogna pagare.
Ti frugano l’anima, insinuano il trapano dei loro sguardi o dei loro pianti
nel più profondo  magma della tua Essenza….
non per accendersi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione, l’erudizione delle tue fantasie.

Se sei una Donna Forte devi sapere che l’aria che ti nutre,
trasporta anche parassiti, mosconi, minuti insetti che cercheranno di abitare nel tuo sangue e nutrirsi di quanto è solido e grande in te.
Non perdere la compassione, ma temi ciò che conduce a negarti la parola,
a nascondere chi sei… ciò che ti obbliga ad addolcirti / ammorbidirti
e ti promette un regno terrestre in cambio del sorriso compiacente.

Se sei una Donna Forte preparati per la battaglia:
impara a stare sola, impara a dormire senza paura nella più assoluta oscurità, impara che nessuno ti lancia corde quando ruggisce la tempesta,
impara a nuotare controcorrente.
Allenati nelle attività della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fà l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello,
circondalo di fossi profondi, però fai ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi enormi amicizie,
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei….
fatti  un cerchio di falò e accendi nel centro della tua stanza
una stufa sempre ardente, dove si mantenga il bollore dei tuoi Sogni.

Se sei una Donna Forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di Donne Antiche.
Devi sapere che sei un campo magnetico
verso il quale viaggeranno urlando i chiodi arrugginiti
e l’ossido mortale di tutti i relitti.
Proteggi, dà rifugio, però prima proteggi te stessa.
Mantieni le distanze
Costruisciti.
Abbi cura di te.
Conserva il tuo Potere.
Difendilo.
Fallo per Te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
(Gioconda Belli)

Buon 2018, davvero ricco di felicità e calore!
ml

domenica 12 novembre 2017

MERAVIGLIA DELLO STARE BENE (ricalco)


MERAVIGLIA DELLO STARE BENE

Meraviglia dello stare bene
quando le formiche mentali
non partoriscono altre formiche
e si sta leggeri come capre sulla rupe
della gioia.

(Mariangela Gualtieri, da «Le giovani parole» Einaudi)




MERAVIGLIA DELLO STARE BENE (ricalco)

Meraviglia dello stare bene
quando i viali notturni della mente
non risuonano di passi che aspetti e non arrivano
e si sta in pace come nell'incavo dolce
delle mani  aperte di un giorno che inizia
d'estate.

(gioco di ricalco con la 2B)


giovedì 12 ottobre 2017

Fuga



Non altro che questo era il nostro amore
fuggiva, tornava e ci portava
una palpebra china assai distante
un sorriso pietrificato, perso
nell'erba mattutina
una conchiglia strana che l'anima
tentava con insistenza di spiegare.

Non altro che questo era il nostro amore
frugava piano tra le cose intorno a noi
per spiegare perché ci rifiutiamo di morire
tanto appassionatamente.

E se ci reggemmo a lombi, se abbracciammo
altre nuche con tutta la nostra forza,
e confondemmo il respiro
al respiro di quella persona
se chiudemmo gli occhi, non era altro
che questo profondo desiderio di sorreggerci
nella fuga.

(Ghiorgos Seferis, Le poesie, Crocetti Editore 2017)


domenica 1 ottobre 2017

E' morto oggi un poeta, Pierluigi Cappello




"Questa mattina all'alba si è spento serenamente, a causa di una improvvisa recrudescenza del tumore da cui si stava curando, il poeta Pierluigi Cappello. Ne dà la notizia il fratello Stefano e la compagna Fabiola che, assieme al personale medico e agli amici più cari, lo hanno vegliato incessantemente in queste ultime settimane. Ringraziamo, a nome della famiglia, tutte le persone che in questi anni hanno voluto bene a Pierluigi e lo hanno sostenuto nella sua lotta quotidiana per poter dedicare ogni istante della sua breve e difficile esistenza alla cosa che amava di più: la Poesia."


Voglio ricordarlo con PIOVE, una delle sue poesie che amo e ho amato di più.
Versi che hanno chiarito in me la valenza di un legame, in uno dei periodi più belli dalla mia vita.




Piove

Piove, e se piovesse per sempre
sarebbe questa tua carezza lunga
che si ferma sul petto, le tempie;
eccoci, luccicante sorella,
nel cerchio del tempo buono, nell’ora
indovinata
stiamo noi, due sguardi versati in un corpo,
uno stare senza dimora
che ci fa intangibili, sottili come un sentiero
di matita
da me a te né dopo né dove, amore,
nello scorrere
quando mi dici guardami bene, guarda:
l’albero è capovolto, la radice è nell’aria.

(Pierluigi Cappello, da Azzurro elementare)


domenica 24 settembre 2017

Salvarsi





Com’è dura avere
un’anima da salvare:
portare avanti come
approdo una parte
lieve in cui ammarare.


(Maria Luigia Longo, Salvarsi, Istanti all'infinito, 24 settembre 2017)


giovedì 21 settembre 2017

Salvezza


Fugge l'isola
E la fanciulla torna a scalare il vento
e a scoprire la morte dell'uccello profeta
Adesso
è il fuoco sottomesso
Adesso
è la carne
la foglia
la pietra
perduti nella fonte del tormento
come il navigante nell'orrore della civiltà
che purifica la caduta della notte
Adesso
la fanciulla trova la maschera dell'infinito
e abbatte il muro della poesia.

(Alejandra Pizarnik, da La figlia dell'insonnia, Crocetti Editore, 2015)

lunedì 18 settembre 2017

Ognuno vuole avere il suo dolore





Ognuno vuole avere il suo dolore
e dargli un corpo, una sembianza, un letto,
e maledirlo nel buio delle notti,
portarlo su di sé tenacemente
perché si veda come una bandiera,
come la spada che regala forze.
Ma c’è persa nell’aria della vita
un’altra fede, un dovere diverso
che non sopporta d’esser nominato
e tocca solamente a chi lo prova.
È questo. È rimanere
qui a sentire come adesso
l’onda che sale nelle nostre menti,
le stringe insieme in un respiro solo
come fosse per sempre,
e le abbandona.
Ma nemmeno la pupilla d’un cieco
dimentica l’azzurro che non vede.


(Silvia Bre, da La figura)

martedì 29 agosto 2017

27 agosto del 1970

Il 27 agosto del 1970 a Torino Cesare Pavese si congeda dalla scrittura e, quindi, dalla vita con questo messaggio: 


"Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. 
Va bene? 
Non fate troppi pettegolezzi
Cesare Pavese"

E' un autore che amo molto e che sento molto vicino, per certi versi.

Voglio rileggerlo, oggi, a partire da questa poesia:



Sempre vieni dal mare
e ne hai la voce roca,
sempre hai occhi segreti
d’acqua viva tra i rovi,
e fronte bassa, come
cielo basso di nubi.
Ogni volta rivivi
come una cosa antica
e selvaggia, che il cuore
già sapeva e si serra.

Ogni volta è uno strappo,
ogni volta è la morte.
Noi sempre combattemmo.
Chi si risolve all’urto
ha gustato la morte
e la porta nel sangue.
Come buoni nemici
che non s’odiano piú
noi abbiamo una stessa
voce, una stessa pena
e viviamo affrontati
sotto povero cielo.
Tra noi non insidie,
non inutili cose –
combatteremo sempre.

Combatteremo ancora,
combatteremo sempre,
perché cerchiamo il sonno
della morte affiancati,
e abbiamo voce roca
fronte bassa e selvaggia
e un identico cielo.

Fummo fatti per questo.
Se tu od io cede all’urto,
segue una notte lunga
che non è pace o tregua
e non è morte vera.
Tu non sei piú. Le braccia
si dibattono invano.

Fin che ci trema il cuore.
Hanno detto un tuo nome.
Ricomincia la morte.
Cosa ignota e selvaggia
sei rinata dal mare.

Cesare Pavese
[19-20 novembre 1945]

(da “La terra e la morte”, in “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, Einaudi, Torino, 1951)

sabato 19 agosto 2017

Non ho smesso di pensarti



Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco.

(Charles Bukowski)

sabato 15 luglio 2017

Estate.


Estate. Tempo di viaggi e di miraggi. Tempo in cui, più che al 31 di dicembre, capita di fare bilanci e promesse per il presente, ipotizzando e costruendo un futuro nuovo e che ci assomigli. 

E' tempo di energia e, per me, è il tempo in cui vado in giro per il mondo a "spaesare parole".


Estate e libertà


Morde la pelle
un'eco di risacca:
sogno perenne.

(da haiku per gioco, Cantiere/poesia)


Mi disconnetto per un po' e auguro, a me e a tutti voi, davvero una buona estate!
ml


mercoledì 5 luglio 2017

Ti scrivo da vicino, come se la mano



Ti scrivo da vicino, come se la mano
ti fosse oggetto breve affiorato,
come se dalla strada ti arrivasse
la piccola certezza per l’acquisto
dei minuti seguenti. Da vicino
come il sole, come la cicala.
Come un silenzio pieno
che ti venisse agli occhi di mattina
e amarti fosse l’abito
scelto al cominciar del giorno.

(Pedro Tamen, Il nome delle cose, a cura di Giulia Lanciani)


giovedì 22 giugno 2017

Inizieremo


Nella prossima vita
avremo una casa: io e te.
Un orto, un giardino.
(Il fico nero, l’acero rosso.)
Mani nella terra, sul nostro
corpo. Dentro sarà il fuoco
di legna, il legno su cui
camminiamo. Bianco
ma non di smalto.
Nella vita che viene
avremo un bambino
ispido e nero.
Selvatico, ardente.
Non avremo paura.
Lasceremo la fine
agli altri. Inizieremo.


(Paola Loreto, da Case | Spogliamenti, Aragno, 2016)

lunedì 19 giugno 2017

Accade che le affinità d'anima


Accade che le affinità d'anima
non giungano ai gesti e alle parole ma
rimangano effuse come un magnetismo.
É raro ma accade. Può darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
più del fresco germoglio.
Tanto e altro può darsi o dirsi.
Comprendo la tua caparbia volontà di
essere sempre assente perché
solo così si manifesta la tua magia.
Innumeri le astuzie che intendo.
Insisto nel ricercarti nel fuscello
e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
sempre nel vuoto: in quello che
anche al trapano resiste.
Era o non era la volontà dei numi
che presidiano il tuo lontano focolare,
strani multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era. Ignoro se
la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari.
Di me, di te tutto conosco,
tutto ignoro.

(Eugenio Montale, Satura)

lunedì 12 giugno 2017

"Contare le parole" si è fatto "Parole matte" a Osnago



Bell'atmosfera e bell'ascolto stasera!
Grazie a Miché Il Nuotatore Celeste e a tutto lo staff del Circolo Arci La Lo. Co di Osnago per aver organizzato una due giorni di poesia, a Gabriella Molgora per le sue note delicatissime, ad Antonio Oleari per l'ironia e l'intelligenza da spalla navigata, al caro Alberto Casiraghy per la leggerezza, la profondità, l'umanità e gli aforismi e - di cuore - a tutti i presenti, che hanno preferito esserci piuttosto che andare al lago (oggi bellissimo!) a prendere il sole, al loro ascolto partecipe e alle parole commosse che mi hanno regalato dopo.
Grazie davvero!
Alla prossima
ml 













domenica 4 giugno 2017

Piove



Piove, e se piovesse per sempre
sarebbe questa tua carezza lunga
che si ferma sul petto, le tempie;
eccoci, luccicante sorella,
nel cerchio del tempo buono, nell'ora
indovinata
stiamo noi, due sguardi versati in un corpo,
uno stare senza dimora
che ci fa intangibili, sottili come un sentiero
di matita
da me a te né dopo né dove, amore,
nello scorrere
quando mi dici guardami bene, guarda:
l'albero è capovolto, la radice è nell’aria.

(Pierluigi Cappello, da Mandate a dire all'imperatore)

mercoledì 31 maggio 2017

"Contare le parole" diventa "Parole matte" l'11 giugno








Cari amici,
vi invito ad una lettura "matta" di Contare le parole che si terrà 

l'11 giugno alle ore 18.30 a Osnago presso l'Arci La.Lo.Co.


Parole Matte è la rassegna dedicata alle parole creata con la convinzione che intorno alla poesia e all’uso ritmico dei versi si possa ancora creare aggregazione e suscitare emozioni.


SABATO 10 GIUGNO 2017


Ore 16,00 – 18.30
Il Caviardage è un metodo che racchiude diverse tecniche di scrittura creativa e poetica.
Partendo da testi già scritti, come pagine di libri da macero, articoli di giornale e riviste,
libereremo le parole nascoste tra tante al fine di formare piccole poesie, pensieri personali
e cercare brevi messaggi che solo noi possiamo trovare in quella pagina.
La tecnica di base si contamina con svariate tecniche artistiche espressive
(collage, pittura, acquarello, ecc...) per dar vita a brevi testi visivi che, attraverso parole,
segni e colori daranno voce a emozioni difficili da esprimere nel quotidiano.
La pratica è semplice e non richiede particolari abilità artistiche o di scrittura.

Conduce: Chiara Orsenigo - Arteterapeuta e Formatrice Certificata Metodo Caviardage
Il laboratorio avrà la durata di 2 ore circa, tutti i materiali sono forniti
sabato 10 giugno 2017 dalle 16.00 alle 18.30
quota di partecipazione 20 €
prenotazione obbligatoria al 3286449497 o corsi@arcilaloco.org
NON E NECESSARIA LA TESSERA ARCI

ORE 18.30: Chi l’ha scritto? Scambio di reading a cura di Simone Savo Savogin e altri autori.

Ore 20.30: STASERA ERAVAMO LIBERI con Paolo Agrati e Alberto Pirovano.
Una Cena con spettacolo di parole e musica. Ironico, polemico, romantico.
Paolo Agrati si occupa principalmente di poesia, scrittura, musica e amenità, propone un reading di Poesia e Musica senza costrizioni. Parole per infrangere chi legge, accompagnate dalla chitarra di Alberto Pirovano.

DOMENICA 11 GIUGNO 2017

ORE 18.30
Contare le parole, Casa Editrice Transeuropa, Letture di Maria Luigia Longo accompagnata dal clarinetto di Gabriella Molgora.
Una raccolta dove il confronto con il passato e i suoi echi, con gli amori finiti, com i luoghi si fa più forte nella distanza che porta alla riflessione e ad una nuova visione di Sé.


A seguire Alberto Casiraghy, Antonio Oleari in Aforismi: abissi di poche parole. Da dove nascono?


Per tutte le due serate:

Vini naturali selezionati dal gruppo Degustation
Musa, birra artigianale alla spina e selezione di artigianali in bottiglia.

Cucina:
Sabato: Non dimenticatevi di prenotare al 3286449497 o saporecritico@arcilaloco.org
Lo spettacolo accompagna la cena, si inizia alle 20.00
Domenica: La cucina apre alle 19.30 Piatti estivi con ingredienti selezionati.

NON E' NECESSARIA LA TESSERA ARCI

giovedì 11 maggio 2017

Tienimi, al caldo


Tu tienimi
e io mi trasformerò in meraviglia
tra le tue mani,
al caldo,
quel caldo che di notte fa crescere il grano.
Porta
il corpo amato,
come vita segreta –
preservata –
sotto lo spesso ghiaccio
della memoria.
Tu tienimi
come guscio di noce
nel pugno
fessura tra i mondi.
C’è silenzio tra te e me
c’è perla.
Ti tengo.

(Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore, Einaudi)

martedì 9 maggio 2017

Adesso che non so più niente



Adesso che non so più niente
che il vuoto è bella dimora
che ho passi senza arsura
che siedo e imparo
a esitare, adesso
che non sei più al centro
e quello che conta non è più
al centro
ma spostato
tra le mani
dove le dita si disarmano
e fanno un gesto limato,
adesso questa categorica bellezza
di rami e cieli
pugnala solo
perché entri luce.

(Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile. Ovvero la precisione dell'amore, Einaudi)

domenica 7 maggio 2017

Dammi l'acqua


Dammi l'acqua
dammi la mano
dammi la tua parola
che siamo,
nello stesso mondo.

(Chandra Livia Candiani, da Fatti vivo, Einaudi) 


venerdì 21 aprile 2017

Splendore


Splendore
c'è splendore oggi
contro il cielo cieco,
gli alberi dormono 
con fierezza,
c'è silenzio
molto largo
lì sotto
dove vive l'acqua.
Chi si inginocchia
nell'essere
è il cane del mondo.

(Chandra Livia Candiani, da Fatti vivo, Einaudi)

martedì 18 aprile 2017

Contare le parole al Grottammare



Cari Amici,
vi comunico con gioia che "Contare le parole" si è posizionato al IV posto all' VIII Concorso letterario
Città di Grottammare con presidente il poeta FRANCO LOI. 

Ne sono contenta.
ml

martedì 4 aprile 2017




Lo sai, non posso perdonarti. E se anche potessi,
non mi perdoneresti tu d'averti visto dentro.
Ma ancora non riesco a guarire dall'amore
per come ti ho immaginato prima di conoscerti davvero.

(Wendy Cope)

domenica 19 marzo 2017

Tu non mi hai mai parlato, parlami.


Tu non mi hai mai parlato, parlami.
Fammi vedere il viso che si anima
e gli occhi che cercano i pensieri.
Che cosa ho visto? Ho visto.
E non dimentico.
Sappi. Lo sai.

(Patrizia Cavalli)

venerdì 17 marzo 2017

Nostalgia del mare - Amore dopo amore



Qualcosa di rimosso rimbomba nelle orecchie
a questa casa,
fa pendere le tende senza vento, tramortisce
gli specchi
finchè i riflessi perdono sostanza.

Un certo suono pari al digrignare di mulini a vento
si è fermato di colpo;
un’assenza assordante, una mazzata.

Accerchia questa valle, pesa su questo monte,
estrania il gesto, spinge questo lapis
attraverso un fitto nulla, ora,

carica di silenzio le dispense, piega il bucato acido
come i panni dei morti, lasciati esattamente
dai congiunti come usavano i morti,

increduli, aspettando occupazione.




***

Amore dopo amore

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,

e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato

per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,

le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.


(Derek Walcott da Mappa del nuovo Mondo)

giovedì 16 marzo 2017

Una tua faccia ha sì contorni umani


Una tua faccia ha sì contorni umani
un tuo gesto è davvero primaverile e
un tuo guardarmi è la prima delle cose

a cui penso quando − nel vivido primeggiare
dei nuvoli pomeridiani − io con molta
lentezza cerco te.

E se il morire è cosa di ogni giorno
anche il tuo sguardo ha luci maligne
e un tuo cenno di timidezza o d’amore

non fa altro che ritardare l’orrore
di un giorno.

(Amelia Rosselli, Documento 1966-1973, Garzanti, 1976)

venerdì 10 marzo 2017

Come un dolore nella stanza



C'è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso
degli oggetti, il loro significare
peso e perdita.

C'è come un rosso nell'albero, ma è
l'arancione della base della lampada
comprata in luoghi che non voglio ricordare
perché anch'essi pesano.

Come nulla posso sapere della tua fame
precise nel volere
sono le stilizzate fontane
può ben situarsi un rovescio d'un destino
di uomini separati per obliquo rumore.

( versi di Amelia Rosselli, da Documento e foto di Dario Danza Sproviero )

giovedì 9 marzo 2017

Cosí schiava. Che roba!



«Cosí schiava. Che roba!
Cosí barbaramente schiava. E dai!
Cosí ridicolmente schiava. Ma insomma!
Che cosa sono io?
Meccanica, legata, ubbidiente,
in schiavitú biologica e credente. Basta,
scivolo nel sonno, qui comincia
il mio libero arbitrio, qui tocca a me
decidere che cosa mi accadrà,
come sarò, quali parole dire
nel sogno che mi assegno».

(Patrizia Cavalli, Datura)

sabato 4 marzo 2017

Il limite che entra nella vita



Il limite che entra nella vita
come una lama non fa male.
Separa chi sono da chi sarei
potuta essere. Sventra il sogno
di divenire. Come un occhio
che vede solo di fronte,
guarda l’inevitabile.

*

Mi hanno tolto una vita.
È rimasta quella che avevo
e mi piaceva perché
sarebbe cambiata.

*

La morte non danneggia la vita.
La mangia e non la intacca:
prosegue verso la sua meta.
Completa la corsa.




(versi di Paola Loreto, estratti da Atelier 79 n. di Dicembre e foto di Dario Danza Sproviero)  

martedì 21 febbraio 2017

Piove


Piove, e se piovesse per sempre
sarebbe questa tua carezza lunga
che si ferma sul petto, le tempie;
eccoci, luccicante sorella,
nel cerchio del tempo buono, nell'ora
indovinata
stiamo noi, due sguardi versati in un corpo,
uno stare senza dimora
che ci fa intangibili, sottili come un sentiero
di matita
da me a te né dopo né dove, amore,
nello scorrere
quando mi dici guardami bene, guarda:
l'albero è capovolto, la radice è nell’aria.

(Pierluigi Cappello)

lunedì 20 febbraio 2017

Ti guardo la pelle



Ti guardo la pelle
liscia all’innesto
del muscolo del braccio
dove si innalza
la forza. Riposa.
In completo abbandono
nel sonno che abbatte
la lotta, vedo quello
che amo. Natura
di un uomo capace,
paura del filo di sbrego
del sogno adempiuto.


(Paola Loreto)

martedì 7 febbraio 2017

Il poeta



Il poeta ha le sue giornate
contate,
come tutti gli uomini;ma quanto,
quanto variate!
L’ore del giorno e le quattro stagioni,
un po’ meno di sole o più di vento,
sono lo svago e l’accompagnamento
sempre diverso per le sue passioni
sempre le stesse;ed il tempo che fa
quando si leva, è il grande avvenimento
del giorno, la sua gioia appena desto.
Sovra ogni aspetto lo rallegra questo
d’avverse luci, le belle giornate
movimentate
come la folla in una lunga istoria,
dove azzurro e tempesta poco dura,
e si alternano messi di sventura
e di vittoria.
Con un rosso di sera fa ritorno,
e con le nubi cangia di colore
la sua felicità,
se non cangia il suo cuore.
Il poeta ha le sue giornate
contate,
come tutti gli uomini;ma quanto,
quanto beate!


(versi di Umberto Saba, fotografia di Dario Danza Sproviero)

sabato 4 febbraio 2017

Distinto sentire



*

Non ci confonderemo.
Il tuo senso delle cose è tuo
e me ne innamoro. Ma
quanta grazia quanto
desiderio di individuazione.
Non sparire d’amore
perché amare è fare,
stare per qualcuno. Tu solo
hai l’orecchio dei crotali.
Io ascolto il silenzio di casa.

(Paola Loreto, In quota)


domenica 29 gennaio 2017

Sempre vieni dal mare

 
Sempre vieni dal mare
e ne hai la voce roca,
sempre hai occhi segreti
d'acqua viva tra i rovi,
e fronte bassa, come
cielo basso di nubi.
Ogni volta rivivi
come una cosa antica
e selvaggia, che il cuore
già sapeva e si serra.
 
Ogni volta è uno strappo,
ogni volta è la morte.
Noi sempre combattemmo.
Chi si risolve all'urto
ha gustato la morte
e la porta nel sangue.
Come buoni nemici
che non s'odiano più
noi abbiamo una stessa
voce, una stessa pena
e viviamo affrontati
sotto povero cielo.
Tra noi non insidie,
non inutili cose &endash;
combatteremo sempre.
 
Combatteremo ancora,
combatteremo sempre,
perché cerchiamo il sonno
della morte affiancati,
e abbiamo voce roca
fronte bassa e selvaggia
e un identico cielo.
 
Fummo fatti per questo.
Se tu od io cede all'urto,
segue una notte lunga
che non è pace o tregua
e non è morte vera.
Tu non sei più. Le braccia
si dibattono invano.
 
Fin che ci trema il cuore.
Hanno dette un tuo nome.
Ricomincia la morte.
Cosa ignota e selvaggia
sei rinata dal mare.
 
(Cesare Pavese, 19-20 novembre 1945)

giovedì 26 gennaio 2017

Tu mi vorresti come uno dei tuoi gatti




Tu mi vorresti come uno dei tuoi gatti
castrati e paralleli: dormono in fila infatti
e fanno i gatti solo di nascosto
quando non li vedi. Ma io non sarò mai
castrata e parallela. Magari me ne vado,
ma tutta di traverso e tutta intera.

(Patrizia Cavalli, da Pigre divinità e pigra sorte, Einaudi, 2006)

lunedì 23 gennaio 2017

Contare le parole va in scena!

Domenica pomeriggio "Contare le parole" è andato in scena e ha incontrato un pubblico davvero emozionato e partecipe. Grazie al FiloTeatroAssociazione per l'ospitalità e ai miei amici attori per aver condiviso con me la gioia della parola drammatizzata.
Grazie a tutti! 
Alla prossima