venerdì 19 febbraio 2016

Ti ho già respirato abbastanza



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No, basta… ti ho già respirato abbastanza.
Be’, ragazzi, sono le dieci, è ora di andare al party del nostro Michele. Un attimo che vado a cambiarmi. Ida va in bagno e scarica tutta la birra che ha bevuto, tanto che sembra di stare alle cascate del Niagara.
E perché ride, adesso. Come?? Innamorata di Guido?? Tu? Ma se nemmeno lo conosci!! Ida tu sei proprio fuori. Parla d’amore come se parlasse di una passeggiata o del cambio di un vestito.
Mah.
Come cavolo mi vesto stasera. Ma sì, come al solito: jeans neri, anfibi, maglietta MAKE LOVE NOT WAR e camicia a quadrettoni. Mi lavo anche i denti, chissà che non incontri proprio stasera l’uomo della mia vita, ma ne dubito.

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La casa è piena di gente, ci sono proprio tutti e sono tutti sballati. Guarda come si divertono... come sembrano divertirsi. Nino è ridicolo quando è fatto, comincia a sentire caldo e si gratta continuamente e si agita e balla come un epilettico. EIisa, invece, è depressa. Ma perché diavolo fumi se sai che poi ti deprimi a morte?! E questo ad ogni festa. Questo ogni sera. Aaah.. anche lei è fuori di testa.
Michele, devo parlarti. Speriamo non sia ubriaco. Lo prendo subito in disparte e gli parlo molto chiaramente, senza nascondermi dietro il mio solito e comodo dito e senza lasciarmi bloccare dal pudore.
Dai... adesso! Michele?? Michele... senti, volevo dirti che non mi sento più abbastanza forte per... mi stai ascoltando?... allora.. non mi sento più abbastanza forte per riuscire a sostenere un rapporto come il nostro, e poi negli ultimi tempi, sinceramente ho sentito una certa estraneità Ma perché non parla... e perché volta le spalle e se ne va. Michele…

Michele…

Quest’ atmosfera mi sta quasi soffocando e questo rock duro mi innervosisce. Ho bisogno di uscire. Me ne vado…

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L' aria è umida e sicuramente mi prenderò un raffreddore, ma chi se ne frega. Come dice mia nonna i guai della vita sono ben altri. Eh sì, io l'ho provato sulla mia pelle. Marco ancora mi manca, sono tre anni che è morto, ma è come se fosse accaduto ieri.
Chi lo sa perché poi dobbiamo morire. Eh, eh, eh... domanda sciocca? Davvero???
Marco diceva che la vita è come una roulette russa: un giorno ci sei e il giorno dopo... bang!
Un giorno CI SEI e
 il giorno dopo
BANG!!
e il giorno dopo... bang...

bang.

Mi ricordo che non gliene andava mai bene una, povero cristo! Eppure non si scoraggiava mai. Cavolo, però, ad ogni festa penso sempre alle stesse cose, o meglio, sento sempre le stesse cose. Incomincio a pensare che forse è la gente che frequento che non mi piace più..




(Maria Luigia Longo, da La voce di un'adolescente, Inedito, Prose/Cantiere)

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