domenica 21 febbraio 2016

Pensano soltanto a bere, a organizzare feste



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Pensano soltanto a bere, a organizzare feste e a farsi una marea di storie che non hanno nulla a che fare con l’amore.


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A me non frega proprio niente se sto con dieci persone o cinquanta o con duecento. O se faccio sesso dalla mattina alla sera o se non l'ho mai fatto. Perché io voglio fare l'amore. lo voglio fare l'amore, e lo voglio fare a modo mio.
Mi sa che torno a casa.
La musica si sente forte anche in fondo al vicolo. I vicini però hanno ragione a protestare, oltretutto a loro il rock non piace nemmeno; se qualcuno mettesse su all'una di notte disco music o tecno o underground a tutto volume sicuramente anch'io mi incazzerei da morire. E protesterei.

Ma chi è quest’imbecille che mi lampeggia alle spalle. Passa, deficiente! Hai tutto Io spazio che ti serve, passa!!! Ma che vuole?! Ma insomma, che vuoi?
Ma chi è? Guido?? Guido?!
Ciao, facciamo un giro.

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Infatti alla festa ad un certo punto non l'ho più visto.

Mi sembra che stia un po' giù, ma non parla. Be', a pensarci bene forse è meglio così... stasera non riuscirei proprio ad addossarmi un altro peso. Stiamo uscendo dalla città.
Sta accostando. Si è fermato. Continua a non parlare. Dove siamo. Dove siamo? Non so, non ci sono mai venuta qui. E poi la notte rende tutto più bello, ogni posto più bello. Un po' irreale.
Anch' io non ho voglia di parlare. E poi con lui il silenzio non è un silenzio vuoto. Lo sento respirare, sento che c'è. Sento che non è risucchiato dal sedile, dalla notte… forse solo un po' da sé e mi rende partecipe di sé. Un po’
Il ritmo dei suoi pensieri è scandito dai Led Zeppelin che dall'autoradio cantano a volume minimo (in un sussurro...) Stairway to Heaven. Cantano da dio. E i miei pensieri e i miei battiti e le mie pulsazioni ne sono semplicemente cullati. SemPliCEMENTE CULLati...

There's a feeling I get

when I look to west,
 and my spirit is crying for Jeaving.
 In my thoughts I have seen
 rings of smoke to the trees,
 and the voices of those who stand looking.
Ooh, it makes me wonder,
 Ooh, it makes me wonder.

Ooh,itmakesmewonder/ooh,itmakemewonder/Anditwhisperedthatsoonifweallcallthetunethenthepiperwilleadustoreason.andnewdaywilldawnforthosewhostandlongandtheforestswillECHOeithlaughter……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..///////((oddio!!!))……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
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Non riesco proprio a trattenere le lacrime…e mi dispiace farmi vedere da lui in questo stato. (ma è così liberatorio…)

Anditmakesmewonder./ Anditmakesmewonder./ Anditmakesmewonder…

La chitarra…chegraffia…la chitarra si confondeconil miocuore e premecontroilpettoegraffia!!!e scardina l’         anima.
Canta che ti passa!, mi dice e mi prende le mani e si avvicina a me…avvicina il suo viso al mio e poggia la fronte sulla mia guancia, poi sulla mia bocca. Gliela bacio. Ancora. Una terza volta.
Un’ultima volta ancora. Just one…the last one.
Tu, Guido, cos’hai?
Ho un angoscioso desiderio d’amore, credo. Forse.


Io sono colui che ha un angoscioso desiderio d’amore;
gravita la terra? la materia non attira, bramandola, tutta la
 materia? Così il mio corpo verso tutti quelli che incontro o conosco.

Lo so, lo so. L' avevo capito. Anch’io ho un angoscioso desiderio d’amore. Anch' io.

Chissà quante volte hai fatto l’amore sui sedili di questa macchina? Due?? Ma va'... (Ma se ti chiamano lo Scopatore di Boston...)
- Appunto, tu parlavi d'amore o no?
Giusto.

Ooh, Itmakesmewonder,yeah!

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Sono le 3.00. Portami a casa.

(Maria Luigia Longo, da La voce di un'adolescente, Inedito, Prose/Cantiere e foto di Michela Magni)

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