giovedì 22 agosto 2019

#micronarrazioni #vuoto


#micronarrazioni #vuoto
Il mio condominio, in una zona residenziale, a pian terreno mantiene ancora un appartamento vuoto. È vuoto da una decina d'anni. È talmente vuoto che a sera si muovono all'interno delle ombre e, certe volte, a me pare che si muovano anche le tende. È vuoto perché non c'è più vita, ma la si percepisce. Come un'eco. Ci viveva Antonio, il portiere, e la sua famiglia. Poi uno ad uno se ne sono andati tutti: prima i figli, dopo la laurea, poi la moglie Sabrina, andata davvero per un tumore, e poi lui, dopo la pensione, a vivere a Losanna, dove vivono i figli. Hanno lasciato i loro gatti: due trovatelli grigi. Per anni a quei gattini il cibo non è mai mancato. E in ognuno degli altri appartamenti c'è almeno un gatto generato da loro. Questa storia in città la conoscono tutti: ecco perché  il mio condominio è conosciuto come l'Ostello dei gatti.
(mio inedito)

5 commenti:

Unknown ha detto...

Bellissima storia.Nostalgia del passato e malinconia del presente.Grazie Gigia per suscitare emozioni in noi!

Maria Luigia Longo ha detto...

Grazie a te, per la lettura e la volontà di condividere un commento

helios ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
helios ha detto...

Hai, come spesso accade, ragione. Il vuoto non esiste. Il vuoto non è vacuo, è reale. Noi siamo una fluttuazione del vuoto. Per questo si muovono le ombre del vuoto. Per questo si agitano le tende. Tutto viene dal vuoto che non è nulla e dovunque, anche in una casa "vuota", percepiamo la vita. Le tenebre si librano su una vita che contiene l'abisso Grazie Gi.

Maria Luigia Longo ha detto...

Oh, Elio, grazie a te!