sabato 24 agosto 2019

#micronarrazioni #primoappuntamento




#micronarrazioni #primoappuntamento
Aveva tutta l'aria di un primo appuntamento quello a cui ho assistito nel bar sotto casa stamattina. Sono arrivata come sempre di buon'ora e ho ordinato cappuccino e cornetto vuoto. Vado a consumarli in terrazza, sotto l'ombra del pergolato. Agli altri tavoli, i soliti clienti di ogni mattina: ultimamente la consuetudine mi piace e rasserena. La stampa locale non ha mai notizie interessanti e mi concentro su un cliente che non avevo mai visto. Seduto su un divanetto laterale, continua a guardare il cellulare e a sì passa nervosamente le mani sui jeans. Pare impaziente, accavalla le gambe, a turno diverse, si liscia il pizzetto. Direi, un uomo qualunque.
- Vuole ordinare, signore?
- Aspetto una persona.
La persona lo fa attendere un po'.
Io chiudo definitivamente il giornale e ordino un altro caffè: ormai voglio vedere chi arriva. Se arriva.
Alla fine arriva: più grande di lui di età, in un vestito succinto, si abbassa per baciarlo. Lui sorride, si alza di scatto e fa per baciarla sulle labbra, lei dirige la testa in modo che si bacino sulle guance.
- Sei in ritardo.
- Potevo anche non arrivare.
(mio inedito)

3 commenti:

helios ha detto...

In attendere è gioia più compita ma forse per godere nei visceri dell'attesa non basta sentirsi poeti forse bisogna esserlo e viverlo e ascoltarlo il silenzio della speranza forse pochi sanno de-lirare per tuffarsi nell'aspettativa di un sabato che prelude all'altra più sicura incertezza di un orizzonte che avvicinandosi sempre si allontana e forse indica un villaggio senza porte né finestre in un tempo senza spazio come un bacio negato e scoprire che l'ora più bella è di là del muretto e noi di qua lontani come Penelope disciolta nell'attesa

Maria Luigia Longo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Maria Luigia Longo ha detto...

"l'ora più bella è di là del muretto e noi di qua lontani come Penelope disciolta nell'attesa"
Sì, l'ora più bella è quella: ci fa tutti Penelope, liquidi come il tempo meccanico. Questa micronarrazione esprime l'attesa, l'incompiutezza del ciò che non è e che però si compone, in un divenire che non diviene, nei secondi che precedono l'atto. Ciò che avviene davvero avviene al di qua dell'attesa.