sabato 31 agosto 2019

#micronarrazioni #arrampicarsinelbuio




#micronarrazioni #arrampicarsinelbuio
Arrampicarsi nel buio con una fiammella è possibile. L'ho scoperto andando a caccia di desideri con Mitzi. Mitzi, al secolo Michele Zito, nostro vicino di casa ai tempi delle elementari. Dopo cena, d'estate, ci lasciavano giocare ancora per un po' prima di mandarci a letto. E lui una sera si presentò con un piccolo arco costruito dal fratello maggiore, con annessa une decina di piccole frecce. Ce ne andavamo nel nostro quartier generale, uno scheletro di palazzo mai finito, e lì una sera le abbiamo provate.
- Ora ti faccio vedere come illuminiamo la notte. Ogni fiammella è un desiderio che tu puoi esprimere, capito?
Prese un accendino, una striscia di stoffa imbevuta di alcol e l'avvolse intorno alla punta della freccia e la sparò nel cielo. La fiammella descrisse una parabola luminosa che a me sembrò altissima.
- Ecco. Sta scalando il buio!
Fu qualcosa di eccezionale.
Il bimbo davanti a me cerca di far funzionare l'aggeggio luminoso vendutogli dell'ambulante bengalese e ha la stessa meraviglia negli occhi che avevamo noi. Lo seguo fino al punto massimo di altezza. Scala la notte. Non scenderà mai più.
(mio inedito)

2 commenti:

helios ha detto...

La storia del mondo in dieci righe. C'è proprio tutto. Anche il nostro futuro. Che quando arriva è già passato. C'è il prima. Anzi l'ancora prima. Il buio, le tenebre. Il grembo della notte senza il quale niente può nascere, nemmeno la poesia. O forse solo quella. Poi c'è l'inizio, il "principio". Il fuoco primordiale che lacera la notte abissale. Nox, atra, cava circumvolat umbra spiega Enea a Didone. E diventa possibile arrampicarsi nel buio con una fiammella. Si manifestano, così, i ceppi prometeici della luce. Venire alla luce significa provenire dall'oscurità. Maieutica del fuoco. Infine l'arco e la freccia, che punta sempre in alto, rivelando nella tensione creativa la duplice natura parabolica del mondo. Homo faber che per farsi un nome sfida un dio geloso. No, non quello che ci ha traditi fin dalla fondazione del mondo. L'altro dio, che dall'alto di un invisibile ziggurat scaglia sugli uomini divine quadrella. Apollo, il dio della tecnologia, della modernità, del "progresso". Il nostro dio. L'anima efficace ed efficiente, spietata e indifferente del mondo. Intanto continuiamo ad arrampicarci nel buio.

Maria Luigia Longo ha detto...

Elio, sei un mito! Grazie