giovedì 8 agosto 2019

#micronarrazioni #ilsolito



# micronarrazioni #ilsolito
Il barista del bar a due passi da casa si volta di scatto e saluta la donna appena entrata, che - a dire il vero - ha fatto girare di scatto tutti i presenti. Non smette di lucidare i bicchieri da amaro, la osserva. Le décolleté di pelle nera lasciano fuoriuscire i piedi gonfi strizzati come a voler esplodere da un momento all'altro, quelle caviglie che sottili non lo sono forse mai state e adesso, imbrigliate nella calze a rete nere, lasciano intuire una carnalità che i suoi movimenti flessuosi sanno proprio tradurre.
Lei ordina "il solito, Giovanni" e attende al tavolo, non fa nient'altro che attendere, guardarsi intorno e fingere di leggere un quotidiano lasciato aperto da qualcuno. Attendere e sostare su quei fianchi morbidi.
Il barista, mentre fa roteare la tazzina sul piattino, risale con lo sguardo quelle calze e, all'altezza della coscia, trova una smagliatura verticale che allarga la rete e lascia fuoriuscire con prepotenza quella carne.
"Ecco a lei, signora!",  il barista porgendole il caffè. Lei si volta e, appoggiando appena la mano al bordo del tavolino, solleva il piede all'indietro, piegando il ginocchio.
Beve, paga, saluta ed esce.
Tornerà, dice uno, domani alla stessa ora.
(mio inedito)

2 commenti:

Unknown ha detto...

Mi sembra una donna molto sola...un tempo bella, un tempo giovane con un passato non semplice.Il barista...ecco non capisco se prova pieta' dinanzi a questa decadenza o cerca di approfittare delle debolezze altrui...la deride per la calza smgliata?

Maria Luigia Longo ha detto...

La desidera. Hanno un appuntamento ogni giorno. In quel bar, in quel modo muto. Forse è solo anche lui.
Forse così, in due, non sono più soli.