mercoledì 25 maggio 2011

Racconti nella rete 2010 sceglie il mio "Salvami Giacomino"




Salvami Giacomino

Ad un certo punto, non so come, abbiamo smesso di essere una famiglia.


Non quando Leo è partito per l’esercito, né quando Carmen si è ammalata di leucemia, ma quando mamma e papà hanno smesso di parlare. E in casa non ridevamo più.

È successo tutto all’improvviso. All’improvviso, una domenica, ho capito che non eravamo più una famiglia. Mamma non apriva più la casa alle vicine, non preparava più il caffè a metà mattinata e il cicaleccio che proveniva dalla cucina non mi veniva più a svegliare. E poi non cucinava più quel sugo con i pezzetti di carne che, come le aveva insegnato nonna, doveva cuocere lento lento per tutta la mattina.

Ma quello che era cambiato più di tutti era papà. Era diventato taciturno ed era sempre nervoso. Non metteva più la felpa della Juve e non mi diceva più – Dài, Giacomino, che appena faccio soldi ti porto allo stadio!

Ma non ci eravamo mai andati.

Quando ha smesso di dirmelo ho capito che forse avevo già da molto tempo cessato di crederci. E così anche lui ha finito di dirmelo.

Ma stamattina non so perché mamma ci riprova.

Sento le amiche che entrano in cucina, l’odore del caffè si diffonde per la casa e Madonna a tutto volume mi viene a svegliare.

Time goes by… so slowly. Time goes by…so slowly. Time goes by…so slowly.

Time goes by… “

E balla attorno al mio letto.

E, se tutto è tornato com’era, papà è già giù che olia la bicicletta per andare insieme al Valentino. M’infilo la tuta velocemente, in fretta e furia bevo il latte e caffè con l’amica di mamma che parla del culo sodo di Madonna, e mi precipito in cortile. Faccio le scale quattro a quattro con l’aiuto della ringhiera e al secondo piano mi scontro anche con le sorelline di Ameth e con la mamma che indossa quell’abito voluminoso e per poco non inciampo nel passeggino dell’ultima figlia. Ma quante sono?

Sono velocissimo come un proiettile e ho il cuore in gola, ma papà in cortile non c’è. Lo cerco per un po’ ma non lo trovo, faccio il giro del palazzo, chiedo agli amici seduti al bar di fronte ma non l’hanno proprio visto stamattina. Giro ancora intorno al palazzo e la sua assenza mi sembra anche un po’ strana. [...]

Maria Luigia Longo


Brano tratto dall'Antologia di Racconti nella Rete 2010 - ed. NOTTETEMPO






2 commenti:

Anonimo ha detto...

e poi? e poi? e poi?

Maria Luigia Longo ha detto...

e poi... corri in libreria a comprare l'Antologia!