domenica 31 gennaio 2016

Ho sempre dormito molto poco


Ho sempre dormito molto poco. Non più di cinque ore per notte. Fin da piccola ricordo che ho sempre sofferto di una forma un po’ strana di insonnia. A letto sono abituata a fare tutt'altro che dormire. Ultimamente, però, passo moltissimo tempo fra le lenzuola, a dormire. È da forse un mese che mi sento come schiacciata dal peso di una enorme stanchezza. Avverto un indolenzimento diffuso a tutto il corpo. È come se le membra non rispondessero prontamente ai comandi del cervello; il cervello... è proprio lui che è stanco. Mi accorgo che è molto lento nelle sue riflessioni ed azioni, mi sembra di avvertire perfino il cigolio dei suoi meccanismi, coperti da una spessa patina di ruggine. E le idee stentano ad esserci. 
L'altro giorno mi sono sorpresa a letto alle 12.00. Non dormivo. Ero distesa e mi tenevo le mani giunte sulla pancia e guardavo fuori, attraverso la serranda abbassata. Non vedevo nulla e non avevo voglia di farlo. Ad un tratto è squillato il telefono, ma non mi andava di rispondere, non riuscivo a muovere le braccia. Mi sono rigirata nel letto e sono ritornata a quello stato di veglia sonnolenta. Passo molte ore così, a far nulla. Anche stamattina sono a letto.

Ho in mente un motivetto lento, strisciato, blues. E a questo ritmo muovo le palpebre o, meglio, le palpebre si muovo da sole al ritmo lento della mia anima.

Le palpebre... si muovono al ritmo... len-to.. della mia a-ni-ma...

[to be continued...]


(Maria Luigia Longo, da La voce di un'adolescente, Inedito, Prose/Cantiere)

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