venerdì 18 aprile 2014

Giorni degli alcioni / Scala amorosa / Sera grigia


Giorni degli alcioni


Nel porto silenzioso, sopra le alberature dei pescherecci,
risplendé l’ala d’un gabbiano; sull’ala si riflessero
il piccolo monte verde e una finestra. Allora,
si scaldarono di colpo le dita delle statue, e sull’unghia del pollice
si allargò eroticamente il circolo rosato.


Scala amorosa

Qui, dove hanno tirato in secco le barche, – gli disse, -
fra i trucioli e le travi, le tinte dense, rosse,
così nudo, rimani qui, all’ombra
della vecchia nave; solo i tuoi piedi esposti al sole,
d’oro i tuoi piedi, ch’io faccia in tempo a vedere
le tue unghie a una a una – non faccio mai in tempo; e tu, nell’ombra,
sii tu nell’ombra della nave, e la nave, e la mia ombra,
e dopo aver conosciuto le tue unghie, salirò fino alla tua bocca.


Sera grigia

Mi duole in petto la bellezza; mi dolgono le luci
nel pomeriggio arrugginito; mi duole
questo colore sulla nube – viola plumbeo
viola repellente; il mezzo anello della luna
che brilla appena – mi duole. Passò un battello.
Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati. Non tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile, – mi fa male il tempo.


[da G.Ritsos, Il funambolo e la luna - Un secolo di poesia, Corriere della Sera]

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