Terra,
sei di chi affonda
nella sabbia le mani,
in un'esigua conca
pianta un ulivo.
Non hai strade: misuri
il tempo del cammino
con la distanza dei pozzi,
cippi sono
le bianche tombe dei tuoi santi
nel deserto.
Non hai baratri: proteso
è il colore biondo
senza confini.
Abbeverate di cammelli chiamano
lembi di cielo
sul tuo volto scoperto.
Cielo
che dilati le stelle,
vento - che imbianchi
d'eucalipti le sere,
o terra
cielo vento -
libertà
di sogni.
(28 gennaio 1935, Antonia Pozzi)
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi, che s’accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia -
Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
d’esili ombre -
fino a una valle d’erboso silenzio,
al lago -
ove tinnisce per un fiato d’aria
il canneto
e le libellule si trastullano
con l’acqua non profonda -
Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco -
sulle oscure voragini
della terra.
(5 dicembre 1934, Antonia Pozzi)
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