dico di quando, per la troppa gioia
d’essere amati, cadiamo
sulla terra oh!, viva carne
che perderai la voce
nel pianto, dico di quando
ispirati, noi costruiamo con martello e chiodi lo scenario
e il fossile di un angelo stacca
le ali dalla calce
dei muri, a fondoscena. dico di quando
io abbracciavo in te tutta la vita: la tua
e la mia, che brillavano unite da una gioia preistorica
nella notte, che accadeva da ovest
sulla campagna. dico di quando
tu ritornavi vergine per me
in una trasparente emorragia di luce – oh!, cosa
straordinaria
di natura ordinaria – oh!, vita
tutta intatta, tutta
disordinata, prima che l’amore
pulisca
tutto, all’indietro
tutto, la vita intera.
(Maria Grazia Calandrone, http://www.mariagraziacalandrone.it/)
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