mercoledì 6 luglio 2011

28 maggio




Fuori c’è sole. Sole ovunque e questo mi dà noia.



Mi irrita già soltanto il pensiero di dover camminare alla ricerca di un po’ d’ombra, di un bell’angolo fresco e non invaso dal sole. Lo vorrei non invaso da nulla. Neppure da me. La flemma degli ultimi giorni ha riempito tutto il mio tempo, in realtà svuotandolo e rendendo me, i miei movimenti e i miei pensieri privi di slancio. Molli. Sto sudando abbondantemente. Per effetto del sole sull’asfalto la strada fuma e sembra mutare sia nella forma che nei colori. Sembra si sciolga, avvolta da un velo opaco. E si contorce.



Io la percorro, pesantemente. La pesantezza deriva proprio dal fatto che non riesco a vederne la fine: non vedo né la destinazione della strada serpeggiante né la mia. E questo mi irrita molto più del caldo e del sole. Mi sgomenta questo mio essere provvisoria nella mia stessa vita.



Forse dovrei studiare.



Ora, però, non ha più importanza: la mente sta vagando di nuovo verso altri luoghi e altre dimensioni. Rincorre i pensieri come fa un cane con la propria coda: con frenesia e stizza. Come ipnotizzato da essa. Ma mentre il cane, stanco, si accuccia e dorme in un angolo o si concentra su altri svaghi, la mente continua frenetica suo malgrado a rincorrere altre idee, in un incessante moto vorticoso. Non riesce a concentrarsi per più di un attimo su di uno stesso oggetto o idea.



L’ho notato anche stamattina: Igor mi parlava ma io non riuscivo a seguirlo se non per due o tre frasi iniziali, poi senza intenzione cominciavo a vagare con la mente per chissà dove e poi tornavo per riafferrare altre frasi smozzicate. Tutto il giorno così. In volo, lontana da me. Il pensiero è indipendente anche dalla volontà di pensare e il pensato è svincolato perfino dall’attività di pensiero.



I pensieri mi sfuggono: sgusciano dal nulla e si perdono in mezzo ad altri. E la mente non li ritrova più, non li distingue neppure, non li ricorda, li insegue affannosamente, viene distratta da altri pensieri, che rincorre invano. E, quando riesce a ritrovarli, non ne ha piena coscienza, non riesce a definirli o a spiegarli.



Ha solo la remota percezione di averli già pensati. E non so niente di loro. Non so né dove, né come, né chi o che cosa.


Ecco: la mia mente non sa né dove, né come, né chi o che cosa.


È sempre questo il punto. Oggi. Ieri, anche. Oggi poi sarebbe troppo faticoso pretendere che la volontà ritrovi il bandolo.




Oggi non ho né la forza né la voglia di ingaggiare la mia partita a scacchi con la morte. Soccomberei di certo e senza astuzie…oggi.



Torno a casa, è meglio.



Forse dovrei telefonare ad Igor. Forse domani.



Brano tratto dal romanzo inedito


Il sole è già quasi del tutto sparito dietro le montagne


di Maria Luigia Longo


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