lunedì 28 settembre 2015

So con esattezza cosa sogno



So con esattezza cosa sogno:
una voce dal petto – solo mia –
con il do di ogni canto d’inizio
ciò che per lingua spenta
chiamiamo morte e suo timore.

Al buio ci si abitua
quanto più si accantona il conforto della luce
quando si impara che l’uno
è la sponda secca dell’altra
ai lati di uno stesso fiume.

Conosco quel tipo di coraggio: dimenticare la stella
la candela il calore del giorno
farne a meno – amandoli in silenzio –
in un meno uguale alla marea
che si abbassa conservando i confini
l’orma delle barche la sabbia-arata del mare.

Si batte la fronte
– la notte come un muro.

Nel bruciore
si stringe una diversa luce
quel fulgore privo di memoria
che qualche volta cinge
ciò che per suono muto – ancora – non ha nome.

(Antonella Anedda, da Notti di pace occidentale, Donzelli, 2001)

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