Dicevano, a Padova, "anch'io"
gli amici "l'ho conosciuto".
E c'era il romorio d'un'acqua sporca
prossima, e d'una sporca fabbrica:
stupende nel silenzio.
Perché era notte. "Anch'io
l'ho conosciuto".
Vitalmente ho pensato
a te che ora
non sei né soggetto né oggetto
né lingua usuale né gergo
né quiete né movimento
neppure il né che negava
e che per quanto s'affondino
gli occhi miei dentro la sua cruna
mai ti nega abbastanza
E così sia: ma io
credo con altrettanta
forza in tutto il mio nulla,
perciò non ti ho perduto
o, più ti perdo e più ti perdi,
più mi sei simile, più m'avvicini.
(Andrea Zanzotto, da IX Ecloghe)
7 commenti:
Buongiorno Maria Luigia. La poesia Zanzotto è meravigliosa. E' possibile avere la parafrasi? Grazie Roberta
Buonasera, Roberta.
La poesia "Così siamo" di Andrea Zanzotto, tratta dalle Ecloghe, è molto rappresentativa, sì. Felice che ti piaccia e che le proposte poetiche della sezione "Poesia del giorno" siano lo spunto per una ricerca di senso e di comprensione approfondita.
La poesia di Zanzotto, poi, per tematiche e schemi formali risulta sempre molto ostica e, per gli stessi motivi, molto attraente.
Lasciami qualche giorno e sarò felice di fornirti una mia chiave di lettura (anche, se preferisci, ad un indirizzo mail privato). Intanto, se hai tempo e voglia, prova a guardare nel volume del Meridiano a lui dedicato.
A presto e buona serata.
m.l.
Roberta, non mi sono dimenticata!
Sono stati giorni densi... ma a breve ti manderò tutto!
Buona serata,
m.l.
Ciao. Eccomi.
Innanzitutto bisogna sapere che la poesia "Così siamo" è tratta dalla raccolta IX Ecloghe, scritta tra il 1957 e il 1960 e pubblicata due anni dopo. Con questa opera Zanzotto si allontana dalla tradizione novecentesca contemporanea per confrontarsi con il genere “pastorale” che meglio forse riesce a rappresentare quel paesaggio bucolico d’arcadia letteraria.
Ma Zanzotto non rimane nel racconto del paesaggio splendido e un po’ mitico del nordest d’altri tempi, ma sposta questo orizzonte e lo connota con i segni della modernità, con gli echi della realtà cittadina e dell’incombente mondo industriale – con le sue “storture”- e ovviamente (tema molto zanzottiano) con la ricerca dell' io-significante che in "Così siamo" termina nel nulla, ma in un nulla che viene disperatamente creduto come esistente. E affermato con forza e vitalità.
E proprio in "Così siamo" Zanzotto continua i toni delle opere precedenti. Il tema fondamentale è quello della vicinanza tra vivi e morti; e qui è espresso con accenti definitivi.
Inoltre, il morto - che è il padre del poeta - è vicino all’io poetante tanto più quanto più è irrevocabilmente assente, e il suo nulla è affratellato al nulla in cui crede il poeta. Questa poesia procede e si muove in un orizzonte laico, ma con termini spesso religiosi (cruna, E così sia, Così siamo, credo), evidenziando nella chiosa un credere nel proprio nulla. Portato dall'avversativa "ma" l'io di chi scrive è tanto più forte non solo perché in fine di verso e di inizio di enjambement, ma perché si oppone agli io delle voci che risuonavano nella prima parte, e la presenza del padre a lui sta nel suo credere nel proprio nulla con la stessa forza con cui crede al nulla che è diventato il defunto. Tutte le negazioni presenti, nel loro crescendo, non veicolano un'assenza ma una presenza molto forte, diventando così addirittura positiva.
Che ne dici?
ottima interpretazione!
Grazie e benvenuta!
Posta un commento