venerdì 4 luglio 2014

Arte poetica



Guardare il fiume fatto di tempo e di acqua
e ricordare che il tempo e un altro fiume.
Sapere che noi ci perdiamo come il fiume
e che i volti passano come l'acqua.

Sentire che la veglia e un altro sogno
che sogna di non sognare e che la morte
che la nostra carne teme e questa morte
di ogni notte, che si chiama sogno. 

Vedere nel giorno e nell'anno un simbolo
dei giorni dell'uomo e dei suoi anni.
convertire l'oltraggio degli anni
in una musica, una voce e un simbolo.

Vedere nella morte il sogno, nel tramonto
un triste oro, tale e la poesia
che e immortale e povera. La poesia
torna come l'alba e il tramonto.

Talora nel crepuscolo un volto
ci guarda dal fondo di uno specchio:
l'arte deve essere come questo specchio
che ci rivela il nostro proprio volto.

Narrano che Ulisse, sazio di prodigi,
pianse d'amore scorgendo la sua Itaca
verde e umile. L'arte e questa Itaca
di verde eternità, non di prodigi.

Ed è pure come il fiume senza fine
che scorre e rimane, cristallo di uno stesso
Eraclito incostante, che è lo stesso
ed è altro, come il fiume senza fine.

(versi di Jorge Luis Borges, fotografia di Michela Magni)


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