lunedì 29 febbraio 2016

La sostanza dove io manco



La sostanza dove io manco è tutta avvolta nella coperta
di lana. Di quelli che più volte ho toccato ricordo le
mani le facce le pance le voci le pettinature. Mi stanno
aiutando.

(Enigma: io sono la mancanza - la mancanza che sono
- sono ciò da cui manco - sono tutta mancanza - e non
c'è nostalgia - neppure lontananza - essendo ciò che
manca - adesso e sempre - io)

(Mariangela Gualtieri, Antenata)

domenica 28 febbraio 2016

Sento il tuo disordine



Sento il tuo disordine
e lo comparo al mio.
C’è somiglianza.
C’è lo stesso slabbro
di ferite identiche.
C’è tutta la voglia
di un passo largo in una terra
sgombra che non troviamo.
Sento il tuo respiro schiacciato
lo sento somigliante
ti sento piano morire
come me che non controllo
l’accensione del sangue.
Anch’io cerco una libertà
che mi sbandieri,
una falcata perfetta,
uno stacco d’uccello
dal suo ramo,
quando si butta improvviso
e poi plana.

(Mariangela Gualtieri, Senza polvere senza peso, Einaudi
)

venerdì 26 febbraio 2016

Per sempre, per sempre, per sempre...



vorrei che ti mettessi quel vestito
che hai comprato in un giorno di luglio
dopo che avevi detto ti amo anch'io

vorrei che ti mettessi quel vestito
per me, un'ultima volta,

poi, vorrei fondermi alla terra
e riposare dove lei riposa

8.1.14


(Maria Grazia Calandrone, Serie fossile, Crocetti Editore 2015)

giovedì 25 febbraio 2016

Vorrei che gli uomini non fossero obbligati a dormire


*****

Vorrei che gli uomini non fossero obbligati a dormire.
Che diamine, la vita media di un uomo si è allungata, ma in realtà è come se vivessimo la metà degli anni che contiamo. lo, quindi, dovrei averne nove. Senza contare qualche pisolino pomeridiano o qualche riposo forzato per malattia. Ricordo quand'ero piccola, quando avevo forse dieci anni, al mare adoravo vedere l'alba e così per non rischiare di addormentarmi e di non svegliarmi in tempo rimanevo sveglia per tutta la notte. Un anno rimasi completamente sveglia per cinque notti di fila… be', probabilmente di giorno, poi, dormivo... ma mi piace pensare di no. Ecco perché quelle albe avevano un sapore diverso; ero così orgogliosa per aver resistito per tutta la notte ed ero fiera di aver assistito al ‘parto del cielo’. Così dicevo. E stamattina è stato come fare un salto nel passato.
Mi sono riempita il petto di gioia. Sì, ma è un periodo un po' strano...
E' un periodo che sono strana, come assente. Non sono né depressa né angosciata. Sono apatica. Sì come assente. E' come se fossi assorta in chissà quali pensieri, ma in realtà non penso proprio a niente di particolare. Sono distratta, me lo dicono anche i miei amici, ma non so da cosa. Sì, come assente. Non so da cosa.
Ho lo stesso mille attività, non sto un attimo ferma, ho sempre la battuta pronta, faccio tutto come se stessi bene, ma non sto bene. Non sto affatto bene Mi sento quasi come un animale nell'atto di leccarsi le ferite. E bruciano.
In questo periodo il tempo scorre lento e con esso tutte le emozioni. Un brivido che mi ha fatto fremere li ho sentito con Guido, ma chissà...
(Sembra capirmi).

Un altro che mi capisce credo sia quel tizio delta stazione, ma lui mi sembra meno innocente e meno disinteressato e forse un po' "pericoloso". Be', non credo voglia farmi del male, ma sono sicura che vuole fare del bene a se stesso e non so se questo coincide con la mia idea di bene per me stessa. E poi quando parla misura le parole e sembra le misuri per colpirmi, no1 meravigliarmi e forse avvincermi, cioè: sedurmi. Si, credo vo9lia sedurmi. lì brutto è che non me ne frega niente.
Non me ne frega proprio niente! Oh, questo sì che è un bel problema, non sono mai stata un'ignava (come direbbe la mia prof. di tenere). Anche da questo mio insolito comportamento capisco che non sto bene.
È come se vivessi in uno stato di sospensione dell’assenso... Mi sento vuota e senz' anima. mi sento assonnata e senza alcuna possibilità di uscire da questo quasi sonno e quasi veglia. Oggi a scuola il lecchino di turno ha sfoderato la sua lingua umida e si è messo all'opera, ma non mi ha nemmeno un po' disgustato. Che strano.
Che strano. Sarà che sto diventando forse indifferente?! Oh, mica ho già abbandonato l'adolescenza?!! sarebbe un grosso guaio. L’ultima cosa che voglio è proprio diventare una anonima ragazza perbene e perbenista, ipocrita e senza opinioni. Come quell’asociale di Barbara che non dice mai quello che pensa, forse perché non pensa niente.
Nossignore!! e domani, o, meglio, fra qualche ora andrò alla manifestazione e farò un casino del diavolo, anche da parte di quei deficienti che restano a casa a dormire.

*****

ORE 8.00 nella piana grande manifestazione per la pace. Siamo poco meno di cinquecento. I soliti.
All we are saying is give peace a chance. Più forte e tutti insieme:
ALL WE ARE SAYING IS GIVE PEACE A CHANCE.
Ma mi sa che qui siamo solo noi a credere ancora nella pace.
CHI NON SALTA UN KRUMIRO E'.
Chinonsaltaunkrumiroè. Saltate, ragazzi! Saltate!!
All we are saying is give peace a chance.
Uffa. Ci crediamo solo noi e i cantanti che ascoltiamo. I cosiddetti peni da 90 se ne fregano e anche altamente. Per loro la guerra vale milioni e milioni di dollari e la pace sarebbe soltanto un dannoso fallimento. Tolti questi, che in realtà sono pochissimi, resta una stragrande maggioranza di strafottenti qualunquisti che non riescono a guardare al di là del loro naso o piccolo interesse e vivono quotidianamente nel mondo della televisione e delle soap opera e credono che la realtà sia come quella di Beautiful e intrecciano trame e finzioni dal vero.
ALL WE ARE SAYING IS GIVE PEACE A CHANCE.
Sì, ma mi sto convincendo che alla fine siamo solo noi a gridano. E poi 'sti politici corrotti. Tutti. Tutti quanti, da destra a sinistra. Stupidi noi che li votiamo... ah, se ci fossi io al loro posto...
E tu alza questo striscione che c'è la RAI. Non c'è nemmeno Ida.



(Maria Luigia Longo, da La voce di un'adolescente, Inedito, Prose/Cantiere )

lunedì 22 febbraio 2016

Separazione



Ti separerai
dagli alberi di magnolia
e dal giubilo degli uccelli

dalla tua casa
e dalle mani
che la rendono abitabile

dall'abitudine ostinata
di aprire gli occhi
e chiuderli
quando il sogno ti chiama

dalla parola
che ti ha creato

Ti separerai
dalla tua ombra
che per tutta la vita
ti ha inseguita nella luce

La terra si separerà
da te
dall'amore tuo per lei

(Rose Ausländer, Il nome della rosa, in Poesia n. 309 Novembre 2015)


domenica 21 febbraio 2016

Pensano soltanto a bere, a organizzare feste



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Pensano soltanto a bere, a organizzare feste e a farsi una marea di storie che non hanno nulla a che fare con l’amore.


*****

A me non frega proprio niente se sto con dieci persone o cinquanta o con duecento. O se faccio sesso dalla mattina alla sera o se non l'ho mai fatto. Perché io voglio fare l'amore. lo voglio fare l'amore, e lo voglio fare a modo mio.
Mi sa che torno a casa.
La musica si sente forte anche in fondo al vicolo. I vicini però hanno ragione a protestare, oltretutto a loro il rock non piace nemmeno; se qualcuno mettesse su all'una di notte disco music o tecno o underground a tutto volume sicuramente anch'io mi incazzerei da morire. E protesterei.

Ma chi è quest’imbecille che mi lampeggia alle spalle. Passa, deficiente! Hai tutto Io spazio che ti serve, passa!!! Ma che vuole?! Ma insomma, che vuoi?
Ma chi è? Guido?? Guido?!
Ciao, facciamo un giro.

*****

Infatti alla festa ad un certo punto non l'ho più visto.

Mi sembra che stia un po' giù, ma non parla. Be', a pensarci bene forse è meglio così... stasera non riuscirei proprio ad addossarmi un altro peso. Stiamo uscendo dalla città.
Sta accostando. Si è fermato. Continua a non parlare. Dove siamo. Dove siamo? Non so, non ci sono mai venuta qui. E poi la notte rende tutto più bello, ogni posto più bello. Un po' irreale.
Anch' io non ho voglia di parlare. E poi con lui il silenzio non è un silenzio vuoto. Lo sento respirare, sento che c'è. Sento che non è risucchiato dal sedile, dalla notte… forse solo un po' da sé e mi rende partecipe di sé. Un po’
Il ritmo dei suoi pensieri è scandito dai Led Zeppelin che dall'autoradio cantano a volume minimo (in un sussurro...) Stairway to Heaven. Cantano da dio. E i miei pensieri e i miei battiti e le mie pulsazioni ne sono semplicemente cullati. SemPliCEMENTE CULLati...

There's a feeling I get

when I look to west,
 and my spirit is crying for Jeaving.
 In my thoughts I have seen
 rings of smoke to the trees,
 and the voices of those who stand looking.
Ooh, it makes me wonder,
 Ooh, it makes me wonder.

Ooh,itmakesmewonder/ooh,itmakemewonder/Anditwhisperedthatsoonifweallcallthetunethenthepiperwilleadustoreason.andnewdaywilldawnforthosewhostandlongandtheforestswillECHOeithlaughter……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..///////((oddio!!!))……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………. .

Non riesco proprio a trattenere le lacrime…e mi dispiace farmi vedere da lui in questo stato. (ma è così liberatorio…)

Anditmakesmewonder./ Anditmakesmewonder./ Anditmakesmewonder…

La chitarra…chegraffia…la chitarra si confondeconil miocuore e premecontroilpettoegraffia!!!e scardina l’         anima.
Canta che ti passa!, mi dice e mi prende le mani e si avvicina a me…avvicina il suo viso al mio e poggia la fronte sulla mia guancia, poi sulla mia bocca. Gliela bacio. Ancora. Una terza volta.
Un’ultima volta ancora. Just one…the last one.
Tu, Guido, cos’hai?
Ho un angoscioso desiderio d’amore, credo. Forse.


Io sono colui che ha un angoscioso desiderio d’amore;
gravita la terra? la materia non attira, bramandola, tutta la
 materia? Così il mio corpo verso tutti quelli che incontro o conosco.

Lo so, lo so. L' avevo capito. Anch’io ho un angoscioso desiderio d’amore. Anch' io.

Chissà quante volte hai fatto l’amore sui sedili di questa macchina? Due?? Ma va'... (Ma se ti chiamano lo Scopatore di Boston...)
- Appunto, tu parlavi d'amore o no?
Giusto.

Ooh, Itmakesmewonder,yeah!

*****

Sono le 3.00. Portami a casa.

(Maria Luigia Longo, da La voce di un'adolescente, Inedito, Prose/Cantiere e foto di Michela Magni)

Non subordinarsi a niente


Non subordinarsi a niente, né a un uomo né a un amore né a un'idea. Avere quell'indipendenza distante che consiste nel diffidare della verità e, ammesso che esista, dell'utilità della sua conoscenza. Appartenere: ecco la banalità. Fede, ideale, donna o professione: ecco la prigione e le catene. Essere è essere libero. No: niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri.

(Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine)

sabato 20 febbraio 2016

Se il dolore non fosse questa spina


Se il dolore non fosse questa spina,
questa lunga dorsale della vita
forse non saremmo altro che niente,
e dobbiamo ringraziare
che ci venga a visitare e ci porti
notizia delle cose
che nell’ombra ci appaiono e nel turbine.


(Daniele Piccini, Inizio fine, Crocetti Editore)

venerdì 19 febbraio 2016

Ti ho già respirato abbastanza



*****

No, basta… ti ho già respirato abbastanza.
Be’, ragazzi, sono le dieci, è ora di andare al party del nostro Michele. Un attimo che vado a cambiarmi. Ida va in bagno e scarica tutta la birra che ha bevuto, tanto che sembra di stare alle cascate del Niagara.
E perché ride, adesso. Come?? Innamorata di Guido?? Tu? Ma se nemmeno lo conosci!! Ida tu sei proprio fuori. Parla d’amore come se parlasse di una passeggiata o del cambio di un vestito.
Mah.
Come cavolo mi vesto stasera. Ma sì, come al solito: jeans neri, anfibi, maglietta MAKE LOVE NOT WAR e camicia a quadrettoni. Mi lavo anche i denti, chissà che non incontri proprio stasera l’uomo della mia vita, ma ne dubito.

*****

La casa è piena di gente, ci sono proprio tutti e sono tutti sballati. Guarda come si divertono... come sembrano divertirsi. Nino è ridicolo quando è fatto, comincia a sentire caldo e si gratta continuamente e si agita e balla come un epilettico. EIisa, invece, è depressa. Ma perché diavolo fumi se sai che poi ti deprimi a morte?! E questo ad ogni festa. Questo ogni sera. Aaah.. anche lei è fuori di testa.
Michele, devo parlarti. Speriamo non sia ubriaco. Lo prendo subito in disparte e gli parlo molto chiaramente, senza nascondermi dietro il mio solito e comodo dito e senza lasciarmi bloccare dal pudore.
Dai... adesso! Michele?? Michele... senti, volevo dirti che non mi sento più abbastanza forte per... mi stai ascoltando?... allora.. non mi sento più abbastanza forte per riuscire a sostenere un rapporto come il nostro, e poi negli ultimi tempi, sinceramente ho sentito una certa estraneità Ma perché non parla... e perché volta le spalle e se ne va. Michele…

Michele…

Quest’ atmosfera mi sta quasi soffocando e questo rock duro mi innervosisce. Ho bisogno di uscire. Me ne vado…

*****

L' aria è umida e sicuramente mi prenderò un raffreddore, ma chi se ne frega. Come dice mia nonna i guai della vita sono ben altri. Eh sì, io l'ho provato sulla mia pelle. Marco ancora mi manca, sono tre anni che è morto, ma è come se fosse accaduto ieri.
Chi lo sa perché poi dobbiamo morire. Eh, eh, eh... domanda sciocca? Davvero???
Marco diceva che la vita è come una roulette russa: un giorno ci sei e il giorno dopo... bang!
Un giorno CI SEI e
 il giorno dopo
BANG!!
e il giorno dopo... bang...

bang.

Mi ricordo che non gliene andava mai bene una, povero cristo! Eppure non si scoraggiava mai. Cavolo, però, ad ogni festa penso sempre alle stesse cose, o meglio, sento sempre le stesse cose. Incomincio a pensare che forse è la gente che frequento che non mi piace più..




(Maria Luigia Longo, da La voce di un'adolescente, Inedito, Prose/Cantiere)