venerdì 30 gennaio 2015

Tre poesie



Cari amici,
v'informo che il blog della giovane casa editrice EDIZIONI NOUBS ospita tre mie poesie.
Questo il link.
Buona lettura
m.l.

martedì 20 gennaio 2015

Abbandono




Mentre si mettono a volte
in fila i pensieri
ci si specchia nei piedi
come nel lago qui sotto
che pare un incanto
anche a vederlo da soli:

è un istante potente
che tiene fermo
il passato e il presente
e chiunque insista
per voler entrare.

Mentre lo senti questo abbandono
vorresti essere via, molto lontano,
e le persone lasciarle davvero:
perderle finalmente.

E perdere le parole
il suono, il loro male,
quel niente che siamo.

Stare dove le parole
non stanno.

(Maria Luigia Longo, Poesie/Cantiere, 20 Gennaio 2015)

lunedì 19 gennaio 2015

Non dà sollievo il tempo; mentivate



Non dà sollievo il tempo; mentivate
dicendo che sarebbe stata breve
la mia pena. Lo sento nella pioggia
che piange, alla marea che si ritira;
sciolte le vecchie nevi ad ogni picco,
le foglie dell’altr’anno son fumo sui sentieri;
non così per l’amaro della morte,
che resta, opprime il cuore, abita in me.
Ho paura d’andare in troppi luoghi
che traboccano della sua memoria.
E se respiro in qualche quieta stanza
ignota al passo e al volto luminoso,
dico “non c’è memoria, qui, di lui”
e resto frastornata a ricordarlo.


(Edna St. Vincent Millay, L'amore non è cieco Trad. di Silvio Raffo)

domenica 18 gennaio 2015

Spiegarsi


Mentre io parlo, tu
guardi la giacca
buttata sul divano,
ma non lo trovi lì
quel che vuoi dire.
C'è un altro posto.
Se ti volti a rispondere
arriva anche a me, la luce.

Mentre le cose
ti vengono nella voce
e ti scaldano, più le ascolto
più sento che sei via.
E anch'io, anch'io sono là.
Siamo così. Siamo quello che manca
in tutte le spiegazioni.

Fuori le case ferme
e in mezzo i platani che tremano.
Più capisco il discorso più le bocche,
frase per frase, le dita
e le orecchie, sento come rimangono
a posto, e non si toccano.

Vedi? Parlare ci separa. Eppure
nella stretta di mano
più calda, occhi negli occhi,
nemmeno abbracciati,
persi nel bacio più profondo
saremo mai vicini come siamo
nelle parole.

L'aria vibra, noi ci capiamo:
è questo l'imbarazzo che ci tiene,
ci stringe insieme.
A volte due che si fermano appena
per un saluto, per un attimo,
quasi li schiaccia. E se non parlano rimane,
e cresce, e sembra l'unica cosa chiara.

Riguarda noi,
è nostro, questo imbarazzo.
Niente ne sanno le poltrone,
le piante, o questi cani
che se ne stanno lì incantati
uno di fronte all'altro senza faccia,
senza guardare.

Noi che guardiamo
coi gomiti e con la schiena,
e nelle vene più buie
ci siamo in faccia,
è per noi l'imbarazzo:
per noi che a niente, a nessuno
saremo mai vicini fino in fondo.

E' per noi che una volta, perché il mondo
potesse incontrare il mondo,
e ci fosse buon giorno e buona sera,
siamo venuti a stare
qui, sulle spine.

(Umberto Fiori)




venerdì 16 gennaio 2015

La foglia


Io sono come quella foglia, guarda,
sul nudo ramo, che un prodigio ancora
tiene attaccata.

Negami dunque. Non ne sia rattristata
la bella età che a un'ansia ti colora,
e per me a slanci infantili s'attarda.

Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
Morire è nulla; perderti è difficile.

(Umberto Saba)

lunedì 12 gennaio 2015

Aut-aut


Io voglio il sole, io voglio il sole ardente
Che l’ebbrezza mi dia del suo splendore,
O pur la buia notte ed il fragore
Forte de la tempesta alta e furente.
La grigia nebbia il core la detesta:
Datemi il cielo azzurro o la tempesta.

Voglio la libertà! la sconfinata
Intera libertà la voglio mia!
O pur la tetra e stretta prigionia
Di quattro travi e la cassa inchiodata.
Oh, se non m’è concesso l’infinito,
Ch’io, l’ali infrante, giaccia seppellito

E voglio l’amor tuo; l’intero ardente,
Illimitato amore, o l’odio intenso.
Ma sia l’odio o l’amor, lo voglio immenso!
Io non sopporto un guardo indifferente.
L’amor che tutto soffre e tutto dona
O l’odio che non piega e non perdona.

O tutto o nulla io voglio: il riso o il pianto,
Il sole d’oro o l’uragano nero,
la stretta bara o l’universo intero,
E dallo sguardo tuo martirio o incanto!
Tutti i tuoi baci dammi e tutto il core,
O la croce sublime del dolore!

(Annie Vivanti) 

sabato 10 gennaio 2015

Arcipelaghi



Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia.
All'orlo della pioggia una vela.
Lenta la vela perderà di vista le isole;
in una foschia se ne andrà la fede nei porti
di un'intera razza.
La guerra dei dieci anni è finita.
La chioma di Elena, una nuvola grigia.
Troia, un bianco accumulo di cenere
vicino al gocciolar del mare.
Il gocciolio si tende come le corde di un'arpa.
Un uomo con occhi annuvolati raccoglie la pioggia

giovedì 8 gennaio 2015

Epiloghi


Le cose che non esplodono:
vengon meno, sbiadiscono,
come il sole sbiadisce dalla carne,
come la schiuma esala nella sabbia,
anche il fulmineo lampo dell’amore
non ha un epilogo tonante,
muore invece con un suono di fiori
che sbiadiscono come fa la carne
sotto la pietra pomice sudante,
tutto concorre a dare questa forma
finché restiamo soli col silenzio
che circonda la testa di Beethoven.


(Derek Walcott, da Mappa del nuovo mondo)


mercoledì 7 gennaio 2015

Amore dopo amore


Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognun sorriderà al benvenuto dell'altro
e dirà: Siedi qui. Mangia.
amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane.Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E' festa: la tua vita è in tavola.

(Derek Walcott)

lunedì 5 gennaio 2015

Addio a una vista


Non ce l’ho con la primavera
perché è tornata.
Non la incolpo
perché adempie come ogni anno
ai suoi doveri.

Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla,
è solo al vento.

Non mi fa soffrire
che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.

Prendo atto
che la riva di un certo lago
è rimasta – come se tu vivessi ancora –
bella come era.

Non ho rancore
contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.

Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi
siedano in questo momento
su un tronco rovesciato di betulla.

Rispetto il loro diritto
a sussurrare, a ridere
e a tacere felici.

Suppongo perfino
che li unisca l’amore
e che lui la stringa
con il suo braccio vivo.

Qualche giovane ala
fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente
di sentirla.

Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva,
ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.

Non pretendo nulla
dalle acque fonde accanto al bosco,
ora color smeraldo,
ora color zaffiro,
ora nere.

Una cosa soltanto non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza –
ci rinuncio.

Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.

(Wisława Szymborska – 1993, in La fine e l’inizio)


sabato 3 gennaio 2015

Sera grigia


Mi duole in petto la bellezza: mi dolgono
le luci
nel pomeriggio arrugginito; mi duole
questo colore sulla nube – viola plumbeo
viola repellente; il mezzo anello della luna
che brilla appena – mi duole. Passò un
battello.
Una barca; i remi; gli innamorati; il tempo.
I ragazzi di ieri sono invecchiati. Non
tornerai indietro.
Serata grigia, luna sottile, – mi fa male
il tempo.
(Ghiannis Ritsos)

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-21539?f=a:3715>