domenica 19 marzo 2017

Tu non mi hai mai parlato, parlami.


Tu non mi hai mai parlato, parlami.
Fammi vedere il viso che si anima
e gli occhi che cercano i pensieri.
Che cosa ho visto? Ho visto.
E non dimentico.
Sappi. Lo sai.

(Patrizia Cavalli)

venerdì 17 marzo 2017

Nostalgia del mare - Amore dopo amore



Qualcosa di rimosso rimbomba nelle orecchie
a questa casa,
fa pendere le tende senza vento, tramortisce
gli specchi
finchè i riflessi perdono sostanza.

Un certo suono pari al digrignare di mulini a vento
si è fermato di colpo;
un’assenza assordante, una mazzata.

Accerchia questa valle, pesa su questo monte,
estrania il gesto, spinge questo lapis
attraverso un fitto nulla, ora,

carica di silenzio le dispense, piega il bucato acido
come i panni dei morti, lasciati esattamente
dai congiunti come usavano i morti,

increduli, aspettando occupazione.




***

Amore dopo amore

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,

e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato

per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,

le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.


(Derek Walcott da Mappa del nuovo Mondo)

giovedì 16 marzo 2017

Una tua faccia ha sì contorni umani


Una tua faccia ha sì contorni umani
un tuo gesto è davvero primaverile e
un tuo guardarmi è la prima delle cose

a cui penso quando − nel vivido primeggiare
dei nuvoli pomeridiani − io con molta
lentezza cerco te.

E se il morire è cosa di ogni giorno
anche il tuo sguardo ha luci maligne
e un tuo cenno di timidezza o d’amore

non fa altro che ritardare l’orrore
di un giorno.

(Amelia Rosselli, Documento 1966-1973, Garzanti, 1976)

venerdì 10 marzo 2017

Come un dolore nella stanza



C'è come un dolore nella stanza, ed
è superato in parte: ma vince il peso
degli oggetti, il loro significare
peso e perdita.

C'è come un rosso nell'albero, ma è
l'arancione della base della lampada
comprata in luoghi che non voglio ricordare
perché anch'essi pesano.

Come nulla posso sapere della tua fame
precise nel volere
sono le stilizzate fontane
può ben situarsi un rovescio d'un destino
di uomini separati per obliquo rumore.

( versi di Amelia Rosselli, da Documento e foto di Dario Danza Sproviero )

giovedì 9 marzo 2017

Cosí schiava. Che roba!



«Cosí schiava. Che roba!
Cosí barbaramente schiava. E dai!
Cosí ridicolmente schiava. Ma insomma!
Che cosa sono io?
Meccanica, legata, ubbidiente,
in schiavitú biologica e credente. Basta,
scivolo nel sonno, qui comincia
il mio libero arbitrio, qui tocca a me
decidere che cosa mi accadrà,
come sarò, quali parole dire
nel sogno che mi assegno».

(Patrizia Cavalli, Datura)

sabato 4 marzo 2017

Il limite che entra nella vita



Il limite che entra nella vita
come una lama non fa male.
Separa chi sono da chi sarei
potuta essere. Sventra il sogno
di divenire. Come un occhio
che vede solo di fronte,
guarda l’inevitabile.

*

Mi hanno tolto una vita.
È rimasta quella che avevo
e mi piaceva perché
sarebbe cambiata.

*

La morte non danneggia la vita.
La mangia e non la intacca:
prosegue verso la sua meta.
Completa la corsa.




(versi di Paola Loreto, estratti da Atelier 79 n. di Dicembre e foto di Dario Danza Sproviero)