sabato 31 agosto 2019

#micronarrazioni #arrampicarsinelbuio




#micronarrazioni #arrampicarsinelbuio
Arrampicarsi nel buio con una fiammella è possibile. L'ho scoperto andando a caccia di desideri con Mitzi. Mitzi, al secolo Michele Zito, nostro vicino di casa ai tempi delle elementari. Dopo cena, d'estate, ci lasciavano giocare ancora per un po' prima di mandarci a letto. E lui una sera si presentò con un piccolo arco costruito dal fratello maggiore, con annessa une decina di piccole frecce. Ce ne andavamo nel nostro quartier generale, uno scheletro di palazzo mai finito, e lì una sera le abbiamo provate.
- Ora ti faccio vedere come illuminiamo la notte. Ogni fiammella è un desiderio che tu puoi esprimere, capito?
Prese un accendino, una striscia di stoffa imbevuta di alcol e l'avvolse intorno alla punta della freccia e la sparò nel cielo. La fiammella descrisse una parabola luminosa che a me sembrò altissima.
- Ecco. Sta scalando il buio!
Fu qualcosa di eccezionale.
Il bimbo davanti a me cerca di far funzionare l'aggeggio luminoso vendutogli dell'ambulante bengalese e ha la stessa meraviglia negli occhi che avevamo noi. Lo seguo fino al punto massimo di altezza. Scala la notte. Non scenderà mai più.
(mio inedito)

venerdì 30 agosto 2019

#micronarrazioni #fioriemissile




#micronarrazioni #fioriemissile
A prima vista questa situazione mi è sembrata subito stramba. Dalla stradina che s'inerpica dietro la curva a gomito della strada che porta al parco, un cagnetto ha fatto capolino con un mazzo di fiori in bocca. Correva rapidissimo in strada e l'ho notato subito perché in mezzo alle macchine sembrava un missile: piccolo, ergonomico e velocissimo. Insomma, una situazione curiosa. È saltato in braccio ad una ragazza seduta sulla panca sotto la pensilina della fermata dell'autobus. Lei è scoppiata a ridere e ha accolto festosa l'animale e i fiori. Poi si sono voltati verso la strada da cui è sbucato l'animale. Lei si è guardata attorno per un po', cercando qualcuno. Dopo un attimo è sbucato anche lui.
(mio inedito)

martedì 27 agosto 2019

#micronarrazioni #laregoladelbere




#micronarrazioni #laregoladelbere
Due ragazzi, nel bar sotto casa, ieri addestravano un terzo a sciogliersi con le donne.
- Eh, non so perché ma a un certo punto mi blocco.
- E quando ti blocchi che fai? - chiede quello con gli occhiali
- Resto a guardarla e sorrido.
- E poi? - domanda, l'altro.
- E poi niente. Di solito c'è un attimo d'imbarazzo, lei mi guarda. Poi sorride. Nessuno dei due parla. E dopo in po' lei dice che deve andare, che ci sentiamo.
- E poi vi sentite? - chiede ancora quello con gli occhiali
- No.
E i due ridono.
- Sì, voi ridete... Ma per me è una tragedia.
- Ma che cos'è che ti blocca? - domanda l'altro
- Ma che ne so... Mi si annulla tutto nel cervello e non ho più niente da dire. E tutto quello che sto dicendo mi sembra stupido.
- Devi scioglierti un po'... Rilassarti. - dice quello con gli occhiali e guarda l'altro che annuisce - C'è solo una cosa che funziona bene e ti fa sembrare pure brillante: l'alcol!
- Macché! Così poi davvero non capisco più niente.
- Ma no, poco alcol... il giusto! Ma solo per le prime volte, poi prendi confidenza e vai da solo. - aggiunge l'altro.
- E quanto dovrei bere?
- Uno spritz e una birra, magari.
- Due spritz e una birra.
- No, meglio due spritz, e un superalcolico... Oppure...
- Ma smettetela di prendermi in giro, cretini! Tanto anche voi non siete tanto meglio di me. Da quanto tempo non uscite con una donna?
- Un secolo!
E ridono insieme.

(mio inedito) 

sabato 24 agosto 2019

#micronarrazioni #primoappuntamento




#micronarrazioni #primoappuntamento
Aveva tutta l'aria di un primo appuntamento quello a cui ho assistito nel bar sotto casa stamattina. Sono arrivata come sempre di buon'ora e ho ordinato cappuccino e cornetto vuoto. Vado a consumarli in terrazza, sotto l'ombra del pergolato. Agli altri tavoli, i soliti clienti di ogni mattina: ultimamente la consuetudine mi piace e rasserena. La stampa locale non ha mai notizie interessanti e mi concentro su un cliente che non avevo mai visto. Seduto su un divanetto laterale, continua a guardare il cellulare e a sì passa nervosamente le mani sui jeans. Pare impaziente, accavalla le gambe, a turno diverse, si liscia il pizzetto. Direi, un uomo qualunque.
- Vuole ordinare, signore?
- Aspetto una persona.
La persona lo fa attendere un po'.
Io chiudo definitivamente il giornale e ordino un altro caffè: ormai voglio vedere chi arriva. Se arriva.
Alla fine arriva: più grande di lui di età, in un vestito succinto, si abbassa per baciarlo. Lui sorride, si alza di scatto e fa per baciarla sulle labbra, lei dirige la testa in modo che si bacino sulle guance.
- Sei in ritardo.
- Potevo anche non arrivare.
(mio inedito)

venerdì 23 agosto 2019

#micronarrazioni #amarsidagiovani



#micronarrazioni 
#amarsidagiovani
Amarsi da giovani è quanto di più vorticoso possa esistere. Senza regole, eccetto una: l'estremo dà consistenza al tutto. Se non si percepisce almeno un po' l' "oltre" non è amore. E non si è giovani.
Stamattina nel rientro in città ho salutato come sempre i miei luoghi. Il lago è uno di questi. In un angolo un po' nascosto che credevo di conoscere solo io, due ragazze sedute e abbracciate guardavano l'altra sponda, di fronte. Le teste si toccavano, le spalle vicine. Mi è parso respirassero allo stesso tempo. Sorridevano, piene del sole che sul lago stava nascendo.
- Se tu mi lasci, mi butto in questo lago
- Scema, se ci lasciamo è perché mi lasci tu.
- E che fai se ti lascio?
- Muoio. O mi sposo con un uomo e faccio quattro figli, come mia cugina.
- Aiuto.
- Ecco, quindi non mi lasciare.
- Noi staremo insieme per sempre. O io non potrò più amare.

giovedì 22 agosto 2019

#micronarrazioni #vuoto


#micronarrazioni #vuoto
Il mio condominio, in una zona residenziale, a pian terreno mantiene ancora un appartamento vuoto. È vuoto da una decina d'anni. È talmente vuoto che a sera si muovono all'interno delle ombre e, certe volte, a me pare che si muovano anche le tende. È vuoto perché non c'è più vita, ma la si percepisce. Come un'eco. Ci viveva Antonio, il portiere, e la sua famiglia. Poi uno ad uno se ne sono andati tutti: prima i figli, dopo la laurea, poi la moglie Sabrina, andata davvero per un tumore, e poi lui, dopo la pensione, a vivere a Losanna, dove vivono i figli. Hanno lasciato i loro gatti: due trovatelli grigi. Per anni a quei gattini il cibo non è mai mancato. E in ognuno degli altri appartamenti c'è almeno un gatto generato da loro. Questa storia in città la conoscono tutti: ecco perché  il mio condominio è conosciuto come l'Ostello dei gatti.
(mio inedito)

lunedì 19 agosto 2019

#micronarrazioni #cortesialeggera





#micronarrazioni #cortesialeggera 
La cortesia leggera delle buone maniere non costa nulla. Anzi, impreziosisce gli incontri, anche quelli casuali.
Oltre il cancello d'ingresso, negli orti, nelle serre e nei recinti degli animali, un gruppo di persone di diversa età lavora; alcuni, ricurvi sul terreno, piantano fiori e odori con zappette e palette, altri trasportano secchi di biada e di granaglia e voluminose balle di fieno verso gli animali: mucche, maiali, galline, conigli, capre, asini e cavalli.
Davanti al recinto più lontano, un ragazzino - capelli rasati, orecchie a sventola e un sorriso appena accennato - accarezza una capra e le dà dei ciuffi d’erba. Si alza e vede una donna, in attesa davanti al cancello d’ingresso.
- Buongiorno – le urla e le va incontro.
- Volevo fare un giro in mezzo agli animali. Ho visto che ne avete tanti. Da piccola avevo paura, e anche ora...
- Ma come fa ad avere paura degli animali?
- Non so… Non ci sono abituata.
- A me fanno più paura le persone.
- Perché?
- Perché non le capisco. E mi guardano strano.
- E gli animali li capisci?
- Sì. Loro mi sorridono.
Si avviano verso le stalle: lui, la sagoma di un piccolo uomo, lei, una camminata un po’ sbilenca e ancora da ragazzina.

(mio inedito)

giovedì 15 agosto 2019








Bentornata!, mi hanno detto stasera a Stigliano (Matera) in occasione dell'omonima manifestazione. Da 21 anni esatti, infatti, la delegazione dell’Anspi di Stigliano accoglie con questa forma di saluto elevata a omonimo Premio (e relativa cerimonia) un concittadino illustre al rientro in paese. O meglio, uno stiglianese “fuorisede” distintosi per meriti professionali e/o artistici. E quest'anno è toccato a me! La motivazione del premio è stata davvero scritta con molta cura e ha toccato tutti diversi capitoli della mia vita professionale ma anche e soprattutto umana. Grazie ancora🥰

martedì 13 agosto 2019

#micronarrazioni #respirodelmondo




#micronarrazioni #respirodelmondo
È quando tutti vanno a letto e le ombre delle cose si allungano fino a perdersi nel nero che il respiro del mondo trova agio e esce allo scoperto. Andrea, l'amico di Firenze che vedevo solo d'estate, l'aveva scritto come didascalia in un suo fumetto degli inizi. Ma questa frase a nessuno piaceva. Troppo poetica, poco concreta. Chi mai va a pensare una frase del genere, gli rimproverò Giovanni che di fumetti ne leggeva a bizzeffe. Eppure io questa frase la mastico ogni volta che le ombre si allungano e il mondo mi pare un po' magico. Me la rigiro in bocca sfogliando i palazzi di fronte, le panchine nel parco, la macchine parcheggiate, un treno in fuga e pure mentre attacco le mie parole ai lampioni e le faccio penzolare. In ogni caso Giovanni non ci capiva poi molto di fumetti e di respiro del mondo perché Andrea ora di mestiere fa il fumettista in Francia e in una lettera di due anni fa mi ha detto che è felice.


(mio inedito)

lunedì 12 agosto 2019

#micronarrazioni #memoriadeiluoghi



#micronarrazioni #memoriadeiluoghi
Nei luoghi dei ritorni tutto cambia e, di anno in anno, qualcosa si perde e fa a pugni con la memoria che abbiamo di quel luogo. Poi, però, c'è qualcosa che si ritrova esattamente così come l'avevamo lasciato. Un uomo, ora, seduto, così com'era un anno fa: sul gradino di casa sua, davanti al tavolino da lavoro. Fa posate decorative in legno come suo padre. Camicia, gilet di pelle su pantaloni dello stesso colore, adidas blu.
È impolverato di segatura: ne ha a mucchi sotto al tavolo.
Ha una ruga profonda al posto delle labbra.
- Ciao! Lo vuoi un po’ di formaggio per la pasta?- e sorride.
- No, voglio un cucchiaio.
Il cucchiaio è lui e portarselo a casa sarebbe come portarsi a casa tutto quel luogo.
(mio inedito)

venerdì 9 agosto 2019

#micronarrazioni #acquaspegneilfuoco




#micronarrazioni #acquaspegneilfuoco
Stanotte ho sognato che  pioveva proprio mentre dormivo e sognavo che pioveva. Sarà stato perché prima di dormire ho sentito scorrere l'acqua della doccia del vicino: il suo bagno confina proprio con la mia camera da letto. Mi piace dormire sotto la pioggia. Mi sono svegliata invece perché dei colpi provenivano da fuori e un ragazzo diceva a qualcuno di stare attento, di non avvicinarsi troppo. Ho aperto gli occhi e ho visto un bagliore che rischiarava, dalla finestra, la notte.
Una macchina sta bruciando proprio sotto al mio terrazzo. La gente guarda dalle finestre, qualcuno è in strada. Mi ricorda la festa estiva delle cantine e dei falò. Attendiamo in silenzio i pompieri, anche per non svegliare chi dorme, e qualcuno dice che il responsabile del rogo è un fidanzato geloso, che conoscono già. Un altro risponde che a volte capita.
(inedito mio)

giovedì 8 agosto 2019

#micronarrazioni #ilsolito



# micronarrazioni #ilsolito
Il barista del bar a due passi da casa si volta di scatto e saluta la donna appena entrata, che - a dire il vero - ha fatto girare di scatto tutti i presenti. Non smette di lucidare i bicchieri da amaro, la osserva. Le décolleté di pelle nera lasciano fuoriuscire i piedi gonfi strizzati come a voler esplodere da un momento all'altro, quelle caviglie che sottili non lo sono forse mai state e adesso, imbrigliate nella calze a rete nere, lasciano intuire una carnalità che i suoi movimenti flessuosi sanno proprio tradurre.
Lei ordina "il solito, Giovanni" e attende al tavolo, non fa nient'altro che attendere, guardarsi intorno e fingere di leggere un quotidiano lasciato aperto da qualcuno. Attendere e sostare su quei fianchi morbidi.
Il barista, mentre fa roteare la tazzina sul piattino, risale con lo sguardo quelle calze e, all'altezza della coscia, trova una smagliatura verticale che allarga la rete e lascia fuoriuscire con prepotenza quella carne.
"Ecco a lei, signora!",  il barista porgendole il caffè. Lei si volta e, appoggiando appena la mano al bordo del tavolino, solleva il piede all'indietro, piegando il ginocchio.
Beve, paga, saluta ed esce.
Tornerà, dice uno, domani alla stessa ora.
(mio inedito)

martedì 6 agosto 2019

#micronarrazioni #inconsueti





#micronarrazioni #inconsueti

Di solito passo nel parco tardi, prima di rientrare a casa.
Nel parco si incontra sempre gente inconsueta. Persone che fanno pensare che stanno arrivando da chissà dove. No, non come uno che arriva dal mare e scappa da chissà cosa (perché non lo sappiamo davvero, noi, da cosa si scappa quando l'ignoto oscuro è persino intravisto come luce fuori dal tunnel), ma come uno che è lì da sempre, eppure negli occhi ha il senso di una vita a lato. Non è un parco dove la gente fa footing o porta a spasso il cane. È un parco dove la gente sta seduta ma è quando ci parli che capisci che lì non è mai stata.
Mi piacciono i luoghi così: dove vite diverse si sfiorano.
Mi incuriosisce chi pare arrivato nella vita per caso e da un momento all'altro potrebbe prendere e andarsene, portandosi dietro pure un pezzo di te.

(mio inedito)

domenica 4 agosto 2019

#micronarrazioni #fantasmi




#micronarrazioni #fantasmi
- E se i fantasmi esistessero?
- Ah, tu credi esistano?
- Ci sto ragionando.
Due ragazze sulla panchina verde del parco di Villa Gomez così parlano e s'avventurano in una discussione un po' laconica.
- L'ho chiesto anche a Jacopo.
- Figurati! Ti avrà guardata come se fossi matta.
- No, ha solo aggrottato la fronte.
Una scorre le foto sul telefono e ragiona di fantasmi, l'altra si arrotola i ricci perfetti intorno al dito.
-  Ma perché pensi ai fantasmi?
- Non so, a volte mi capita.
- Li vedi?
- No, li sento. A volte.
La ragazza la guarda a lungo con uno sguardo tondo.
- Io però vorrei capire come ti parlano.
- Non ho detto che mi parlano. Mica sono matta?
- Hai detto che li senti!
- Come definiresti quando a volte un abbraccio ti si gonfia all'improvviso nelle braccia e senti un corpo che si materializza, dentro il tuo abbraccio, e lì rimane per un giorno intero? E tu vai in giro sentendo un corpo che abbracci e che ti scalda.
La ragazza coi ricci rotea lo sguardo a cercare anche nella sua vita i fantasmi.
- Mi è capitato anche l'altro ieri, dopo che sono andata via da casa di Ansimo. Ho sentito il suo corpo anche oggi.
(mio inedito)

sabato 3 agosto 2019

#micronarrazioni #intimità





#micronarrazioni #intimità
Il lago, si sa, rilassa.
È per un piacere del tutto privato che la mattina c'è chi va in spiaggia alle prime luci. È per rimanere supini e lasciare che il corpo si abbandoni prima all’umidità della notte e poi al caldo che a mano a mano cresce.
Mi sono sempre chiesta a che ora arrivi la coppia che tutti i giorni trovo da sola già in spiaggia e che va via alle undici in punto.
Lei ha una pelle nocciola e capelli corti neri e un due pezzi succinto che può ancora permettersi. Lui, più abbronzato e in carne, rende il ricordo di addominali scolpiti.
Mantengono la posizione per ore. Lei con gli auricolari nelle orecchie, lui forse dorme.
Neanche una parola per ore, nemmeno una nuotata.
All'ora stabilita suona la sveglia del cellulare e, per chiamarlo, usa solo una carezza sulla gamba, leggera. Lui si ridesta, si gira su un fianco e le dà un bacio, leggero.
L'amore è anche questo: uno spazio senza parole e con gesti di silenziosa e intima quotidianità.


(mio inedito)

venerdì 2 agosto 2019

#micronarrazioni #famiglie




#micronarrazioni/2 #famiglie
Le famiglie sono tutte luoghi di morte.
C'è un'eleganza tranchant nella frase che la ragazza del piano di sopra pronuncia al telefono, sul balcone. E questo la fa essere per la prima volta davvero interessante. Anche agli occhi della mia anziana dirimpettaia che, come me, resta in ascolto di tutta la conversazione e ogni tanto annuisce.
Nelle pause che la ragazza fa per emettere il fumo della sigaretta, ricostruisco il suo albero genealogico come un cimitero.
Non so dove vadano a finire le anime dei morti, so però che quelle dei vivi stentano spesso a sollevarsi dal vischio e dall'ingombro di certe relazioni.
Certe parole inducono a compiere anche i gesti e, quando nomina la mamma, porta la mano sul cuore.

(mio inedito)

giovedì 1 agosto 2019

#micronarrazioni #porzione di tempo




#micronarrazioni/1 #porzione di tempo 

Quando si è giovani non si ha tempo da perdere. Loro, i giovani, che ne hanno tanto. Loro, che lo hanno tutto.
Stamattina presto, mentre portavo fuori il cane, rientrava Amir, con la nottata passata fuori ancora cucita addosso.
È difficile non vederlo sorridere e non sentire che ti chieda come stai.
Ma come stai tu, Amir?
Il suo "bene, grazie" , detto veloce mentre prende le chiavi e con un piede è già dentro, riverbera nell'androne, mentre il cane mi tira e mordicchia il guinzaglio e quel residuo di tempo che mi separa da Amir.
Al rientro lo incrocio di nuovo, in tenuta da lago, sorride ancora e dice "Ehi!". 
Fuori lo aspetta un tempo infinito quanto una possibilità.

(mio inedito)