mercoledì 19 ottobre 2011

un omaggio, un ricordo



                                                                                        per Andrea Zanzotto
Sprofondo forse anch’io
nell’idioma materno
che pure è il mio
quadrilatero.
Ma questo balbettio
riconosce un io
      <il mio>
se costruisce il mondo
e vi appartiene.

Aderisco anch’io
a quell’afasia
di chi è dentro
le cose e le sostanzia.
      Forse.
Ma nel dubbio
includo sempre
un io in ricerca.

E trovo il silenzio
ancora un docile riparo.

         (Maria Luigia Longo, Paesaggi di tempo, Samuele Editore, p. 29)

martedì 18 ottobre 2011

Al mondo



Mondo, sii, e buono;

esisti buonamente,

fa’ che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,

ed ecco che io ribaltavo eludevo

e ogni inclusione era fattiva

non meno che ogni esclusione;

su bravo, esisti,

non accartocciarti in te stesso in me stesso



Io pensavo che il mondo così concepito

con questo super-cadere super-morire

il mondo così fatturato

fosse soltanto un io male sbozzolato

fossi io indigesto male fantasticante

male fantasticato mal pagato

e non tu, bello, non tu «santo» e «santificato»

un po’ più in là, da lato, da lato



Fa’ di (ex-de-ob etc.)-sistere

e oltre tutte le preposizioni note e ignote,

abbi qualche chance,

fa’ buonamente un po’;

il congegno abbia gioco.

Su, bello, su.


Su, münchhausen.



(A. Zanzotto)

sabato 15 ottobre 2011

Buon compleanno, poeta!





Esistere psichicamente

Da questa artificiosa terra-carne

esili acuminati sensi

e sussulti e silenzi,

da questa bava di vicende

- soli che urtarono fili di ciglia

ariste appena sfrangiate pei colli -

da questo lungo attimo

inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,

da tutto questo che non fu

primavera non luglio non autunno

ma solo egro spiraglio

ma solo psiche,

da tutto questo che non è nulla

ed è tutto ciò ch'io sono:

tale la verità geme a se stessa,

si vuole pomo che gonfia ed infradicia.

Chiarore acido che tessi

i bruciori d'inferno

degli atomi e il conato

torbido d'alghe e vermi,

chiarore-uovo

che nel morente muco fai parole

e amori.



(Da "Vocativo", Andrea Zanzotto)

domenica 9 ottobre 2011

ORA SECONDA. DIALOGO COL PAESAGGIO.




rughe perenni
i calanchi
raccolgono l’intervallo di tempo
fra il dire e il fare
e tu
in quello spazio immoto ancora muovi.
Lo scempio di altri paesaggi
qui
non fa eco,
non stride, non urla
tutto tace
e s’accartoccia a cielo aperto.
L’unica cosa che rimane
è lo sterco del pensiero che s’immalinconisce.

                           (Maria Luigia Longo, Paesaggi di tempo, Samuele Editore, p. 20)