L'inverno e la sua fine
escono da quei monti
nel cielo
alla battaglia,
esitano l'uno
e l'altra, essi, rapiti
esitano l'uno
e l'altra, essi, rapiti
a quella luce
di politissimo cristallo,
alla flagranza delle valli,
di politissimo cristallo,
alla flagranza delle valli,
e ora
un poco si osservano a distanza,
un poco si mischiano e si azzuffano
finché grandine o vento non sbaraglia
l'incertezza dello scontro.
Ci ottenebra, noi stille
un poco si osservano a distanza,
un poco si mischiano e si azzuffano
finché grandine o vento non sbaraglia
l'incertezza dello scontro.
Ci ottenebra, noi stille
sorprese in medio campo
un infittito scroscio,
un infittito scroscio,
ci affoga
l'uragano, sgombra
poi il sole
l'uragano, sgombra
poi il sole
i celesti rimasugli
del furente nubifragio.
È inverno o primavera? Non lo sappiamo,
del furente nubifragio.
È inverno o primavera? Non lo sappiamo,
siamo
e non siamo niente
nella molteplicità delle apparenze,
però dentro la vita, dentro
il meraviglioso istante.
(Mario Luzi)
e non siamo niente
nella molteplicità delle apparenze,
però dentro la vita, dentro
il meraviglioso istante.
(Mario Luzi)
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