giovedì 18 dicembre 2014

Resti. Per noi rimangono le ossa degli animali e degli uomini. Dove



*

Resti. Per noi rimangono le ossa degli animali e degli uomini. Dove
una volta un ragazzo e una ragazza facevano l’amore, ci sono ceneri
e macchie di sangue e pezzettini di unghie e ricci pubici e una vela
piegata che usarono con fini oscuri e macchie di sperma sopra il
fango e teste di gallo e una casa diroccata disegnata sulla sabbia, e
pezzetti di fogli profumati che furono lettere d’amore e la rotta sfe-
ra di vetro di una veggente e lillà appassiti e teste tagliate su guan-
ciali come anime impotenti tra asfodeli e tavole crepate e scarpe
vecchie e vestiti sul fango e gatti malati e occhi incrostati in una
mano che scivola verso il silenzio e mani con anelli e schiuma nera
che schizza su uno specchio che nulla riflette e una bambina che
dormendo asfissia la sua colomba preferita e monetine di oro nero
risuonanti come zingari di dolore che suonano i loro violini a con-
chiglie del mar Morto e un cuore che batte per ingannare e una rosa
che si apre per tradire e un bambino che piange di fronte a un cor-
vo che gracchia e l’ispiratrice si maschera per eseguire una melodia
che nessuno capisce sotto una pioggia che calma il mio male. Nes-
suno ci ascolta, per questo pronunciamo preghiere, ma guarda! Lo
zingaro più giovane sta decapitando con i suoi occhi di saracco la
bambina della colomba.

Io ero predestinata a nominare le cose con nomi essenziali. Io non
esisto più e lo so; quello che non so è che cosa vive al posto mio.
Perdo la ragione se parlo, perdo gli anni se sto in silenzio. Un vento
violento distrusse tutto. E non aver potuto parlare per tutti quelli
che dimenticarono il canto.

*

Restos. Para nosotros quedan los huesos de los animales y de los
hombres. Donde una vez un muchacho y una chica hacían el amor,
hay cenizas y manchas de sangre y pedacitos de uñas y rizos púbicos
y una vela doblegada que usaron con fines oscuros y manchas de es-
perma sobre el lodo y cabezas de gallo y una casa derruida dibujada
en la arena y trozos de papeles perfumados que fueron cartas de
amor y la rota bola de vidrio de una vidente y lilas marchitas y ca-
bezas cortadas sobre almohadas como almas impotentes entre asfó-
delos y tablas resquebrajadas y zapados viejos y vestidos en el fango
y gatos enfermos y ojos incrustados en una mano que se desliza ha-
cia el silencio y manos con sortijas y espuma negra que salpica a un
espejo que nada refleja y una niña que durmiendo asfixia a su palo-
ma preferida y pepitas de oro negro resonantes como gitanos de
duelo tocando sus violines a orillas del mar Muerto y un corazón
que late para engañar y una rosa que se abre para traicionar y un
niño llorando frente a un cuervo que grazna, y la inspiradora se en-
mascara para ejecutar una melodía que nadie entiende bajo una llu-
via que calma mi mal. Nadie nos oye, por eso emitimos ruegos,
pero ¡mira! El gitano más joven está decapitando con sus ojos de serrucho a la niña de la paloma.

Yo estaba predestinada a nombrar las cosas con nombres esenciales.
Yo ya no existo y lo sé; lo que no sé es qué vive en lugar mío. Pierdo
la razón si hablo, pierdo los años si callo. Un viento violento arrasó
con todo. Y no haber podido hablar por todos aquellos que olvidaron el canto.


(Alejandra Pizarnik)

Nessun commento: