che mi chiamavi e alzando
quel poco lo sguardo ho osservato
prima indistinta, come una suggestione,
infine quasi chiara, una forma
avanzare, oscillare. Come una nave,
о dì sicuro una nave
che rompeva l'orizzonte arrivando
in una strana, confusa evanescenza.
Come un messaggio sbucava, come
un'informazione viva
о superstite, integra,
emersa da un nero immenso tutto.
(Maurizio Cucchi, da Come una nave, L'Arca Felice, 2008)
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