giovedì 24 ottobre 2013

La morte degli amanti



Ieri si è spenta la sua voce con le ombre
dietro le camere dove ci incontravamo
di sabato tardi,
vivendo la mitologia dei dettagli
prima della genesi del mondo
avendo tu il ruolo di Proteo
e io un ruolo di cui non ricordo più
le parole
le frasi
gli schemi.

Solo a momenti ricordo quelle
nostre ombre sul muro, dai movimenti così conosciuti
che nemmeno le osservavamo
nemmeno le commentavamo
nemmeno le vivevamo.
Come quella musica, musica disgregativa,
musica monotona nel nostro silenzio, dissolvente
nel tempo che si scioglieva in candele da due soldi,
fatte col grasso del maiale, sopra il tavolo
venivano dall’ignoto insieme all’incenso,
bruciavano.

Non ricordo altro, tutto c’è spento con la genesi
del mondo, quel giorno che tuo padre
facendo iniezioni di calce e terra nel cortile
fabbricò la prima cifra del nostro abbecedario.
la chiave per aprire la camera
dell’incenso
e delle candele da due soldi di grasso di maiale.

[...]

Ieri c’è stato il tuo funerale. Non ci sono andato.
Sono rimasto con la mia ombra nella camera
dove ci incontravamo tardi di sabato
bruciando candele di grasso di maiale e incenso.
Ho continuato a bere cicuta.

Ieri c’è stato il tuo funerale.
Io non ci sono andato.



(Yòrgos Chronàs, Antologia poetica Cura e traduzione di Massimiliano Damaggio)



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