La
crepa si muove dall'ultimo piano al primo
e circonda la casa fino al filare di dietro.
Fa il giro intorno e
si vede anche dalla finestra
della
signora Angelina,
di fronte.
La
casa è quella dei miei nonni
e sarebbe rimasta così per sempre,
con il cancello grigio dell'ingresso i panni
stesi mossi dal vento le sedie davanti alla porta
e sarebbe rimasta così per sempre,
con il cancello grigio dell'ingresso i panni
stesi mossi dal vento le sedie davanti alla porta
per
chi passa a fare
due
parole.
dava
sulla soglia d'ingresso e noi bambini,
da
bambini, spiavamo fuori per sentire i
discorsi
dei grandi, i fatti, le voci e
la notte.
Mio nonno era appena morto quando la crepa
Mio nonno era appena morto quando la crepa
ha
iniziato a muoversi e con lei le estati
i
giorni le luci le rondini e i ricordi.
Mia
nonna ha provato a sopravvivere al lutto
e
a tenere insieme la casa le voci i figli
ma l'ordine è arrivato indifferibile: è sfratto
ma l'ordine è arrivato indifferibile: è sfratto
e
ognuno è andato a tenere insieme le voci
e
i ricordi altrove, ognuno.
Nessuno ha capito che a volte altrove
Nessuno ha capito che a volte altrove
si
muore e che andava tenuto lo sguardo
fisso,
ferma la casa.
Mi
ritrovo spesso qui: la vita e lo sguardo
a
guardare nel buio a tenere in piedi la casa.
E ritramo le voci, i visi, le mani seduti
come quando era l'ora di trovarsi
tutti davanti al camino, con le voci che uniscono
le pignatte i fagioli e le storie che nascono per custodire.
E ritramo le voci, i visi, le mani seduti
come quando era l'ora di trovarsi
tutti davanti al camino, con le voci che uniscono
le pignatte i fagioli e le storie che nascono per custodire.
[Maria Luigia Longo, La crepa, da Rime private_Poesiesparse/Cantiere]
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