Non altro che questo era il nostro amore fuggiva, tornava e ci portava una palpebra china assai distante un sorriso pietrificato, perso nell'erba mattutina una conchiglia strana che l'anima tentava con insistenza di spiegare.
Non altro che questo era il nostro amore frugava piano tra le cose intorno a noi per spiegare perché ci rifiutiamo di morire tanto appassionatamente.
E se ci reggemmo a lombi, se abbracciammo altre nuche con tutta la nostra forza, e confondemmo il respiro al respiro di quella persona se chiudemmo gli occhi, non era altro che questo profondo desiderio di sorreggerci nella fuga.
(Ghiorgos Seferis, Le poesie, Crocetti Editore 2017)
"Questa mattina all'alba si è spento serenamente, a causa di una improvvisa recrudescenza del tumore da cui si stava curando, il poeta Pierluigi Cappello. Ne dà la notizia il fratello Stefano e la compagna Fabiola che, assieme al personale medico e agli amici più cari, lo hanno vegliato incessantemente in queste ultime settimane. Ringraziamo, a nome della famiglia, tutte le persone che in questi anni hanno voluto bene a Pierluigi e lo hanno sostenuto nella sua lotta quotidiana per poter dedicare ogni istante della sua breve e difficile esistenza alla cosa che amava di più: la Poesia."
Voglio ricordarlo con PIOVE, una delle sue poesie che amo e ho amato di più. Versi che hanno chiarito in me la valenza di un legame, in uno dei periodi più belli dalla mia vita.
Piove
Piove, e se piovesse per sempre sarebbe questa tua carezza lunga che si ferma sul petto, le tempie; eccoci, luccicante sorella, nel cerchio del tempo buono, nell’ora indovinata stiamo noi, due sguardi versati in un corpo, uno stare senza dimora che ci fa intangibili, sottili come un sentiero di matita da me a te né dopo né dove, amore, nello scorrere quando mi dici guardami bene, guarda: l’albero è capovolto, la radice è nell’aria.