Fugge l'isola E la fanciulla torna a scalare il vento e a scoprire la morte dell'uccello profeta Adesso è il fuoco sottomesso Adesso è la carne la foglia la pietra perduti nella fonte del tormento come il navigante nell'orrore della civiltà che purifica la caduta della notte Adesso la fanciulla trova la maschera dell'infinito e abbatte il muro della poesia.
(Alejandra Pizarnik, da La figlia dell'insonnia, Crocetti Editore, 2015)
Ognuno vuole avere il suo dolore e dargli un corpo, una sembianza, un letto, e maledirlo nel buio delle notti, portarlo su di sé tenacemente perché si veda come una bandiera, come la spada che regala forze. Ma c’è persa nell’aria della vita un’altra fede, un dovere diverso che non sopporta d’esser nominato e tocca solamente a chi lo prova. È questo. È rimanere qui a sentire come adesso l’onda che sale nelle nostre menti, le stringe insieme in un respiro solo come fosse per sempre, e le abbandona. Ma nemmeno la pupilla d’un cieco dimentica l’azzurro che non vede.